"Bus, in regione sempre penalizzati: ora basta"

La Provincia scrive a Bonaccini e si sfoga: "Abbiamo 34mila studenti, solo Bologna ci batte. Perché ci arrivano così pochi fondi?".

Migration

"Avviare un confronto con la Regione che possa garantire una nuova ripartizione delle risorse destinate al trasporto pubblico locale modenese per far fronte al problema dei fondi, storicamente insufficienti rispetto ad altri bacini regionali".

Lo chiede la Provincia di Modena in una lettera inviata ieri alla Regione.

Al di là dei formalismi, il testo della missiva è molto chiaro: il trasporto pubblico modenese è sempre stato penalizzato. E’ ora di cambiare rotta, sbotta l’ente di viale Martiri.

"Appare evidente – si legge nella lettera – che un territorio complesso come la provincia di Modena, per morfologia, per numero di studenti, alle superiori sono oltre 34 mila, per la dislocazione diffusa sul territorio dei 12 plessi scolastici, non abbia, da tempo, una dotazione trasportistica adeguata o almeno pari a quella di altri territori. Si tratta di una evidente disparità e la Provincia chiede che nell’ambito degli interventi legati all’emergenza Covid-19, possa essere affrontata e risolta".

Viale Martiri correda la richiesta con un ricco elenco di numeri. Nei dati riportati dalla Provincia, emerge che "a Modena vengono finanziati 17 chilometri per abitante contro una media di 24 in regione; per gli studenti i fondi finanziano 357 chilometri per studente contro una media regionale di 569 e Modena in questo parametro è ultima in regione; Parma per esempio ha un rapporto di 630 chilometri avendo 20 mila studenti alle superiori contro i 34 mila modenesi, secondi solo a Bologna che ne ha 39 mila".

A questo tema – fa notare la Provincia – si aggiungono le incognite legate al trasporto scolastico, "già in sofferenza in condizioni di normalità, se le norme legate all’affollamento dei bus dovessero essere confermate, si rischia di non poter garantire il trasporto di tutti, anche intervenendo sugli orari delle scuole".

"Inoltre appare evidente – continua la lettera – che con le attuali dotazioni di mezzi e personale l’anno scolastico rischierà di partire a due velocità: una accettabile, quella di chi risiede vicino ai plessi e non utilizza il mezzo pubblico e quella lenta, di chi abita nelle periferie, nei comuni lontani dalle scuole o nei territori dove i collegamenti sono più difficili, in particolare le zone montane interne".

La discussione è stata affrontata anche nell’assemblea dei soci modenesi di Seta che si è svolta ieri e proseguirà nei prossimi tavoli di confronto sull’avvio dell’anno scolastico.

L’impressione è che questa volta ci sia la volontà di andare in fondo a un problema che da sempre preoccupa gli amministratori di questo territorio.