Modena, cade in bici durante la scampagnata: oltre 300mila euro di risarcimento

L'uomo venne ricoverato e ha un'invalidità permanente al 85%. La compagnia assicurativa si era opposta, ma ora il giudice ha imposto il pagamento

Il ciclista restò ferito durante una gita in mountain bike

Il ciclista restò ferito durante una gita in mountain bike

Modena, 23 giugno 2022 - "Pur essendo tesserato, non vi sono prove che stesse praticando ciclismo a livello agonistico quando è rimasto vittima dell’incidente: stava partecipando ad una passeggiata domenicale con gli amici ma non si trattava di un allenamento preparatorio dal momento che non vi erano gare in vista. Quindi l’assicurazione dovrà risarcirlo".

E’ questa la recente sentenza del tribunale di Modena, relativa ad un caso che negli ultimi anni ha fatto discutere nella comunità dei cicloamatori, che tra tesserati e non conta oltre 5mila praticanti. Il ciclista, infatti, era rimasto gravemente ferito a settembre del 2017, nel corso di una gita in bicicletta in mountain bike lungo il percorso natura del Panaro. L’uomo, non riuscendo a superare un ostacolo era caduto accidentalmente al suolo, riportando gravi danni fisici e conseguente ricovero ospedaliero per 4 mesi e invalidità permanente al 85%. Il cicloamatore aveva dovuto anche sottoporsi a numerose terapie e aveva chiesto quindi il risarcimento alla compagnia assicurativa avendo acceso una polizza infortuni personale.

La compagnia dapprima aveva rifiutato il pagamento dell’indennizzo e solo a seguito dell’intervento dell’avvocato aveva pagato all’uomo il 50%. Il ciclista si è quindi difeso sostenendo che l’uscita in bicicletta, durante la quale è avvenuta la caduta, non era né una gara né un allenamento ma una scampagnata e che il tesseramento presso il circolo non dimostrava che egli fosse un agonista, non partecipando né a gare né ad allenamenti specifici. Il Tribunale di Modena, accogliendo completamente la domanda del ciclista, ha recentemente condannato la compagnia assicuratriva al pagamento integrale dell’infortunio, con il versamento a favore dell’uomo di oltre 300mila euro, precisando che la limitazione all’indennizzo non è connessa esclusivamente al dato del tesseramento e che l’assicurazione non ha fornito alcuna prova sul fatto che il cicloamatore praticasse effettivamente a livello agonistico il ciclismo.