Caffè Concerto, corsa a cinque per la gestione. E spunta anche Toni

Aperte le buste con le offerte, quattro società escluse per difformità nella documentazione

Anche Luca Toni, insieme ai proprietari del 212, è tra i ‘pretendenti’ alla gestione del locale in Piazza Grande

Anche Luca Toni, insieme ai proprietari del 212, è tra i ‘pretendenti’ alla gestione del locale in Piazza Grande

Modena, 18 aprile 2018 – E’ stato un bando lungo e ‘sofferto’ ma alla fine il cerchio si è chiuso. Sarà corsa a cinque per la gestione dell’ambito Caffè Concerto per i prossimi dodici anni (rinnovabili per altri dodici). Lunedì scorso, infatti, è scaduto il termine per presentare l’offerta e ieri, in Municipio, si è tenuta l’attesa apertura delle buste con tutte le società presenti. Nove i soggetti depositari di una proposta, ma quattro non sono risultati idonei per il rush finale.

In particolare: la Teatro srl non è stata ammessa per avere consegnato la busta fuori tempo massimo, mentre Caffè del Borgo srl, Donatello srl e Antica Bottega srl presentavano difformità e mancanze nelle documentazioni necessarie. I cinque ‘finalisti’ sono: Modena Food srl (l’attuale gestione guidata da De Pietri), Madonna srl, Sporting Isola Bella di Lodi, Rrem di Firenze ed Embassy srl. Quest’ultima, formata dai proprietari del locale 212, vede tra le sue file anche l’ex campione del nazionale, nonché originario di Serramazzoni, Luca Toni, anche lui presente ieri alla verifica delle buste. Le società ammesse dovranno ora aspettare che la commissione valuti il progetto gestionale che mette in palio un massimo di 80 punti. La tempistica è stimata in circa un mese e mezzo, poi toccherà all’apertura della busta con l’offerta economica al rialzo sul canone annuo a base di gara (97mila e 336 euro), per un massimo di 20 punti. Solo a fine maggio, quindi, sapremo se De Pietri riuscirà a tenere le mani sulla sua ‘creatura’ o dovrà cedere il passo a un nuovo gestore.

Il bando per Caffè Concerto non è stato avaro di polemiche, a partire dall’acquisto da parte del Comune (quasi 400mila euro) degli arredi del locale in piazza Grande (realizzati su indicazione della Soprintendenza) che le opposizioni (e alcuni papabili partecipanti) avevano definito «un baratto» per annullare il rosso accumulato dall’attuale gestione. A febbraio, poi, il Comune aveva deciso di congelare la gara in corso e rilanciarla a inizio marzo con un nuovo bando che riaggiornava il termine di scadenza, appunto, a lunedì 16 aprile.

Vincenzo Malara