Camion incendiati e illecita concorrenza, quattro misure cautelari

Maxi indagine di carabinieri e procura dopo l’incendio avvenuto a San Cesario sul Panaro

L’incendio  a San Cesario

L’incendio a San Cesario

Modena, 4 dicembre 2018 - Un 59enne di Vibo Valentia, residente nel Sassolese, ed un 22enne albanese, sono finiti agli arresti domiciliari per incendio doloso e illecita concorrenza con violenza e minaccia.

Misure cautelari applicate dai carabinieri del reparto operativo della compagnia di Modena, emessi dal gip, su proposta del pm Giuseppe Amara. Contestualmente sono stati eseguiti due obblighi di dimora a carico di un 21enne marocchino ed un 19enne tunisino, con permanenza in casa nelle ore notturne.

I fatti risalgono ad aprile 2018. Nella notte tra il 14 e 15 aprile, infatti, presso l’impianto di estrazione e produzione di calcestruzzo, della Calcestruzzi S.p.A., a San Cesario sul Panaro, in via Modenese 969, si sviluppava un incendio di vaste proporzioni che interessava quattro camion adibiti al trasporto e al pompaggio del calcestruzzo parcheggiati, di tre ditte operanti nella distribuzione del calcestruzzo prodotto dalla Calcestruzzi S.p.A. uno dei principali operatori di calcestruzzo preconfezionato in Italia e controllata della Italcementi leader del settore.

I carabinieri della tenenza di Castelfranco Emilia, intervenuti per primi sul posto insieme ai vigili del fuoco, ipotizzarono da subito la natura dolosa dell’incendio che aveva avuto origine da uno degli autocarri parcheggiati nel cantiere. Quella notte, le fiamme si erano propagate agli altri mezzi parcheggiati vicino, danneggiando altre tre betoniere che andavano completamente distrutte. Ancora, nella notte tra il 20 e 21 maggio, ad Anzola Emilia, ignoti, utilizzando del liquido infiammabile, appiccavano il fuoco alla cabina di guida di un autocarro pompa per calcestruzzo di proprietà di un’ulteriore ditta, distruggendola completamente.

Il fatto veniva ricollegato ad un precedente episodio risalente al 23 aprile, quando sotto la stessa autopompa era stata fatta trovare una tanica di gasolio. Nell’ipotesi che tali eventi potessero essere collegati e riconducibili a contesti di criminalità organizzata, le attività investigative venivano assunte dal reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri relazionando dei fatti la procura, diretta da Lucia Musti. Venivano così intraprese approfondite indagini nel settore della commercializzazione e distribuzione del calcestruzzo nella provincia e in quelle limitrofe, andando ad analizzare le modalità di gestione dei vari impianti di produzione e della distribuzione del prodotto cementizio, andando ad esplorare il sistema logistico attraverso il quale i conglomerati cementizi prodotti vengono prelevati e conferiti presso i siti dei terzi committenti, attraverso l’impiego di piccoli e medi imprenditori con i quali la ‘Calcestruzzi spa’ stipula contratti di prestazione di servizi (per trasporto e/o pompaggio del calcestruzzo).

Con le attività investigative, condotte a ritmo serrato per circa cinque mesi, è stato possibile ricollegare gli incendi del 15 aprile e 21 maggio allo stesso contesto, mettendo alla luce un ambiente, quello collegato alla fornitura dei servizi legati al calcestruzzo, caratterizzato dalla compresenza di interessi multipli originanti grande competizione e forti concorrenze tra le imprese. Le indagini permettevano di individuare complessivamente cinque persone, due imprenditori, un dipendente ed un ex dipendente di questi oltre ad un quinto soggetto. Sul conto dell’italiano i gravi indizi emersi lo facevano ritenere il mandante di entrambi gli incendi, mentre sul conto degli altri stranieri indagati, gli indizi raccolti e valutati altrettanto gravi permettevano di inquadrare il loro ruolo quali esecutori materiali dei medesimi reati. Per quattro di loro, le imprescindibili esigenze cautelari ravvisate dall’autorità giudiziaria determinavano l’emissione di adeguate misure personali. La quinta persona individuata nelle attività, un piccolo imprenditore operante nel settore, veniva indagato e sottoposto a perquisizione domiciliare per concorso nei medesimi reati. Nel corso delle attività d’indagine sono stati acquisiti anche filmati di diverse telecamere di videosorveglianza, alcuni dei quali avevano ripreso gli incendi delle betoniere.