GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Candidati Pd, via alle consultazioni: "Evitiamo di indicare troppi nomi"

L’appello del segretario Solomita in vista della imminente partenza dei faccia a faccia del partito sui territori

Candidati Pd, via alle consultazioni: "Evitiamo di indicare troppi nomi"

Il Pd ha aperto le ’consultazioni’ sui territori per elaborare i programmi e scegliere i candidati che saranno poi eventualmente sottoposti alle primarie di coalizione. "Non è più il tempo – ha detto nei giorni scorsi la segretaria cittadina Federica Venturelli – delle candidature scelte da un gruppo ristretto di persone calate dall’alto, vogliamo ridare voce alla base. Ecco perché, in questi mesi, il Pd farà consultazioni interne e fuori dal partito, con i corpi intermedi, il mondo economico e sindacale, le associazioni e il volontariato, per costruire insieme alla città il programma". Ma cosa vuol dire concretamente fare le consultazioni? La segreteria provinciale fornisce le istruzioni per l’uso.

Roberto Solomita, in cosa consistono questi confronti?

"Si tratta di chiacchierate guidate da una traccia, domande che poniamo a nostri interlocutori e che riguardano le maggiori criticità riscontrate sul territorio, le priorità per il futuro, indicazioni sui candidati per la lista e sul candidato sindaco".

Le domande vengono fatte a un gruppo di persone?

"No, sono individuali, lasciando la possibilità di discutere comunque nei circoli. Ogni componente della commissione, possibilmente affiancato da un altro, ascolta una persona abbinandola anche in base a relazioni personali preesistenti: è un colloquio in presenza che dura una mezz’ora e che si basa sulla fiducia e sull’ascolto reciproco. Non sono questionari o sondaggi anonimi".

Ma chi sono i ‘consultatori’

"Le segreterie locali del Pd coadiuvate da figure autorevoli del partito, ma non coinvolti personalmente nelle candidature".

E i ‘consultati’

"Sono persone del partito e personalità attive nella città, un campione più rappresentativo possibile. Segretari di circolo, amministratori, iscritti, consiglieri comunali e di frazione. Ma anche volontari, rappresentanti delle parrocchie, sindacati e associazioni di categorie e sportive, opinion leader".

Una volta raccolto il materiale dei singoli territori a chi tocca la sintesi?

"Ai ‘consultatori’ che raccolgono il materiale per rappresentarne l’esito alle assemblee degli iscritti, sia per quanto riguarda i contenuti programmatici che per designare la rosa dei candidati papabili. La scadenza è fine novembre, in vista delle possibile primarie di gennaio-febbraio. È chiaro che il consenso dei candidati non può essere misurato solo con la somma numerica dei consensi espressi dai consultati, ma va valutato anche il peso e la rappresentatività di chi lo esprime".

Ma se i candidati emersi saranno un numero molto alto, soprattutto su Modena città?

"È una responsabilità di tutti evitare la proliferazione di nomi e la conseguente eccessiva dispersione delle indicazioni, se ciò avverrà bisognerà assumersi l’onere di cercare una sintesi".

Uno dei saggi affiancati alla segreteria a Modena, l’ex sindaco Giorgio Pighi, ha consigliato un registro degli elettori per le primarie, evitando di far votare il primo che capita.

"È un principio condivisibile, che va valutato dal punto di vista tecnico-organizzativo ed evitando di non porre eccessivi limiti alla partecipazione o carichi ’burocratici’ ai votanti".