
Avviato ufficialmente nel Partito democratico il percorso che condurrà alla definizione del programma e dei candidati sindaci. Domenica alla Festa dell’Unità l’Assemblea del Pd locale ha lanciato la fase "di ascolto e coinvolgimento per elaborare i programmi che porteranno alla sfida del prossimo anno". Il segretario provinciale Roberto Solomita ha precisato durante l’incontro che "in vista delle amministrative 2024, prima viene il ‘come’ e il ‘cosa’, e solo dopo il ‘chi’". Quindi prima i programmi, poi i candidati.
Detto questo però, al di là delle prese di posizione ufficiali, cresce l’insofferenza del partito per il ’congelamento’ delle candidature prescritto dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli. Stando ad alcune indiscrezioni, aumenta il pressing del Pd sugli aspiranti candidati sollecitati ad agire in autonomia, a liberarsi dalle briglie, a bypassare il semaforo rosso di Muzzarelli e avere il coraggio di venire allo scoperto. Ora più che mai visto è arrivato il momento di confrontarsi sui contenuti.
La fase di ascolto, spiegano dal Partito democratico (hanno partecipato all’Assemblea anche la presidente della Commissione Garanzia nazionale del Pd Stefania Gasparini e il Responsabile Enti Locali Segreteria nazionale Davide Baruffi), è l’occasione "per discutere delle questioni che intercettano le speranze e le inquietudini delle comunità, uno spazio per dar voce alle testimonianze e alle proposte dei cittadini e delle cittadine modenesi: su nuovi modelli educativi per i giovani, sulla battaglia per la parità di genere e contro la violenza nei confronti delle donne, sulle prospettive per una società che deve fare i conti con l’inverno demografico, sulle idee innovative per gestire le grandi transizioni (energetica, climatica, digitale) che segnano il nostro tempo, sulle proposte per la programmazione del territorio e della mobilità, l’innovazione di servizi pubblici e sanità, il rilancio della centralità del sapere e dell’istruzione, il governo dei fenomeni migratori".
Proprio dalle città, rimarca Solomita, "può partire la riscossa per riportare il centrosinistra al Governo del Paese, con proposte e gruppi dirigenti forti e rinnovati che trovino il consenso degli elettori".
Riemerge nel discorso anche il nodo delle alleanze. "Il Pd è pronto al percorso che lo porterà alle elezioni amministrative del prossimo anno, dalle alleanze ampie e senza pregiudiziali per tutte le forze progressiste, dal centro al M5s". Non necessariamente sotto insegne di partito, ma anche in forma di soggettivi che intercettino "le esperienze civiche, ambientaliste e della rappresentanza economica e sociale, ai programmi e alle parole d’ordine capaci di definire con chiarezza l’alternativa proposta rispetto alle politiche e alla visione del Paese della destra".
In realtà sarà complicato schierare un’alleanza così ampia con i simboli di partito: si pensi per esempio a Italia Viva e Movimento 5 stelle che difficilmente potrebbe impegnarsi tra loro e convivere sotto lo stesso tetto senza un via libera (complicato) dei rispettivi coordinamenti. Ma lo stesso problema potrebbero averlo tra loro anche Italia Viva e Azione (dopo il caso Pigoni-Richetti). La soluzione a Modena e nei Comuni dove si vota potrebbe essere allora quella di costruire liste civiche alla destra e alla sinistra del Pd che senza impegnare loghi di partito siano comunque espressione e annoverino rappresentanti di quei mondi.
Alla fine tutti i contenuti e i valori che emergeranno durante la fase di ascolto dovranno "poi trovare espressione in candidati all’altezza, selezionati, se ve ne sarà necessità, anche attraverso primarie aperte di coalizione, perché, come ha detto anche Stefano Bonaccini proprio qui alla Festa, un grande partito, per essere tale, deve essere plurale".