Candidati sindaco in città spunta il nome di Baruffi

In pole resta Bortolamasi, ma ci sarebbe anche il braccio destro di Bonaccini. Verrebbe considerato più di peso per contrastare l’ipotesi Maletti

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di Gianpaolo Annese

Un candidato più centrista riferimento del mondo cattolico come Francesca Maletti o soluzioni di sinistra come Andrea Bortolamasi e – nome spuntato in queste ultime settimane – Davide Baruffi? L’esito delle elezioni politiche del 25 settembre avrà ricadute anche sulla scelta del centrosinistra per il futuro candidato sindaco di Modena nel 2024. "Se si perde male – è il ragionamento di uno dei maggiorenti del partito – il Pd potrebbe diventare qualcosa di diverso da quello che conosciamo. Anche sul nostro territorio, sempre più contendibile. Sarà forse deciso un robusto spostamento a sinistra, che però potrebbe indurre la componente centrista ad avanzare un controbilanciamento in nome di una maggiore rappresentatività". Al netto di un’eventuale possibilità del terzo mandato, che rimetterebbe in gioco Gian Carlo Muzzarelli, in pole resta Bortolamasi, nome su cui pare che il sindaco abbia trovato l’accordo con Stefano Bonaccini. Ma l’insidia per la cordata resta la spina nel fianco Francesca Maletti, che nell’intervista al Carlino di agosto a precisa domanda sulla possibilità di una sua candidatura l’ha tutt’altro che esclusa. A quel punto se non si dovesse trovare la sintesi lo statuto prevederebbe le primarie, e a sentire gli umori del partito gli ex Ds farebbero di tutto per scongiurare un incertissimo confronto diretto con Maletti, molto radicata sul territorio. Tanto che si è cominciato a far trapelare più o meno ad arte il nome di Davide Baruffi tra gli aspiranti sindaci, nome considerato più di peso rispetto a Bortolamasi.

Baruffi, ex sindaco di Soliera, già segretario provinciale del Pd e parlamentare, attuale sottosegretario in Regione ma soprattutto ‘Richelieu’ del presidente della Regione, è considerata una figura chiave per il post Bonaccini destinato a lasciare in ogni caso Bologna se non per guidare il partito come segretario nazionale, quasi sicuramente per provare il salto al Parlamento europeo nel 2024. A quel punto Baruffi dovrà scegliere se seguire ancora Bonaccini oppure restare in zona, nella stessa Regione magari, dove avendo la titolarità di tutti i dossier sugli argomenti e un rapporto diretto con i territori, si è ritagliato un ruolo difficilmente sostituibile (se alla presidenza della Regione dovesse aspirare Elisabetta Gualmini potrebbe ancora aver bisogno di lui). Oppure appunto gli potrebbe venir chiesto (lui a quanto risulta non è che ne avrebbe tanto voglia) di candidarsi a sindaco.

Nel caso sarebbero due le controindicazioni che emergono nel partito: la prima è che si tratterebbe di un altro non modenese dopo Muzzarelli, la seconda è che negli ultimi tempi Baruffi ha assunto un ruolo da sherpa più che muoversi nel ’front office’: "Saprà mantenere aperti i canali di contatto con quel ‘mondo di mezzo’ costituito da imprenditori, costruttori, operatori sociali che a Modena magari non votano necessariamente il Pd, ma con i quali Muzzarelli ha saputo dialogare puntellando buona parte della sua fortuna politica?".