"Canti religiosi a ogni ora, non si dorme più"

Residenti di via Cesare della Chiesa esasperati: "Non vogliamo mandare via la comunità, ma per favore troviamo un modo di convivere"

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di Valentina Reggiani

Quando ‘bussiamo’ alla porta del grande edificio abbandonato al degrado, dinanzi ci troviamo un giovane straniero che ci osserva e poco dopo scappa al piano superiore.

Attorno al casolare i rifiuti sono infiniti così come le bottiglie di birra vuote abbandonate sulle finestre, scarpe e biciclette. Quasi tutte le porte risultano forzate e le finestre aperte, con qualche indumento appeso all’esterno.

Mentre la città si svuota tantissimi senzatetto e sbandati occupano gli edifici abbandonati della città. A segnalare l’ennesima situazione di degrado sono i residenti di via Cesare della Chiesa, al Villaggio San Giuseppe Artigiano. I cittadini fanno sapere come anche a causa degli stranieri che dormono all’interno del casolare situato lungo la strada, il quartiere sia oramai allo sbando, con rifiuti abbandonati sul ciglio delle strade e un continuo via vai di spacciatori e tossicodipendenti che rendono il quartiere al limite dell’invivibile. "Siamo passati in brevissimo tempo dal potere lasciare abitazioni ed automobili completamente aperte, a doverci barricare per non essere né derubati né vandalizzati", spiegano.

Inoltre i residenti fanno presente di non poter riposare o lavorare né durante il giorno né durante la notte a causa di gruppi di comunità "pseudo-religiose" che tra prove, celebrazioni e festeggiamenti trascorrono le giornate con musica altissima e intonando cori, soprattutto nei week end.

"Non vogliamo essere fraintesi – spiega uno dei cittadini che abita in zona – non vogliamo puntare il dito contro le loro tradizioni, ma abbiamo cercato il dialogo che la comunità ha prontamente rifiutato, sostenendo di aver affittato il capannone e, di conseguenza, di essere in regola. Qui, la domenica si raggruppano decine di persone che arrivano anche una ventina d’auto e i canti vanno avanti fino a tarda sera. Ci sono giorni in cui fatichiamo pure a parlare e a comprenderci tra noi. La polizia locale è intervenuta ed ora abbiamo chiesto un incontro di quartiere con il mediatore culturale, per trovare un punto di incontro con la comunità. Il nostro intento non è di mandarli via, ma di cercare una soluzione di convivenza".

I problemi più gravi riguardano invece i problemi di spaccio e degrado: "Il capannone è perennemente occupato da sbandati e spacciatori e abbiamo paura ad avvicinarci perché spesso sono alterati e possono essere pericolosi – tuonano altri due cittadini – abbiamo presentato svariate denunce e pure fatto una petizione gli anni scorsi ma non è servito a nulla. Dopo una recente retata tutto è tornato come prima: gli abitanti della palazzina si sono ben presto ripresentati. Nel frattempo noi abbiamo subito diversi furti e non possiamo più vivere il nostro quartiere serenamente: ormai ci barrichiamo in casa eppure noi qui ci viviamo da anni".