
Il sindaco declina il provvedimento regionale. Fino alle 12.30 e nel pomeriggio si riparte dalle 16 alle 20 "Garantire sicurezza e continuità degli interventi". Multe fino a 20mila euro per chi trasgredisce.
La Regione ha individuato la cornice (stop ai cantieri e dalle 12.30 alle 16), il Comune disegna il quadro provando a conciliare le esigenze della diverse parti: garantire la sicurezza dei lavoratori esposti al caldo estremo e, allo stesso tempo, assicurare la continuità delle attività nei cantieri urbani in condizioni più sicure. Sono gli obiettivi dell’ordinanza firmata dal sindaco Massimo Mezzetti in vigore da ieri fino al 15 settembre che prevedere la possibilità di cominciare a lavorare dalle sei (invece delle otto) del mattino (dalle 7 sono possibili le attività più rumorose) e dalle 16 alle 20.
"Il provvedimento – spiegano dal Comune – integra in tal modo l’ordinanza regionale limitatamente a due ambiti: la rimodulazione degli orari di lavoro nei cantieri temporanei o mobili all’aperto; la definizione delle fasce consentite per le attività rumorose in deroga, in coerenza con il Regolamento comunale sulla disciplina delle attività rumorose temporanee. L’ordinanza comunale rappresenta quindi un’appendice operativa che completa il quadro normativo regionale nei due aspetti sopra descritti".
In particolare, nei giorni in cui la mappa nazionale del rischio sul portale Worklimate indica per Modena un livello di rischio ’Alto’ alle 12 per i lavoratori impegnati in ’attività fisica intensa’, le lavorazioni possono svolgersi dalle 6 alle 12.30 e dalle 16 alle 20, con l’obiettivo di ridurre l’esposizione nelle ore più critiche.
Per quanto riguarda le attività rumorose effettuate in deroga ai limiti ordinari, vengono consentite nelle stesse giornate e solo nelle fasce dalle 7 alle 12.30 e dalle 16 alle 20, sempre nel rispetto delle previsioni del Regolamento comunale.
"Restano sempre consentiti, come previsto dall’ordinanza regionale, gli interventi urgenti necessari per la tutela dell’incolumità pubblica o per il ripristino di servizi essenziali (ad esempio, linee telefoniche, reti idriche, fognarie e del gas), purché adeguatamente documentati".
Le violazioni all’ordinanza comportano sanzioni amministrative pecuniarie: da 50 a 300 euro per il mancato rispetto delle fasce orarie e da 500 a 20mila euro per le infrazioni relative alle attività rumorose in deroga.
L’ordinanza del Comune declina dunque quella regionale che prevedeva lo stop al lavoro in condizioni di caldo estremo o anomalo "in determinate fasce orarie, nei cantieri edili e affini, in agricoltura, nel florovivaismo e nei piazzali della logistica".
Il provvedimento prevede "il divieto di lavorare in questi settori, in condizioni di esposizione prolungata al sole e svolgendo attività fisica intensa, dalle 12.30 alle 16, nei giorni e nelle aree in cui le mappe nazionali online del rischio segnalano un livello ‘Alto’".
La Regione ha ritenuto necessario emanare un provvedimento a tutela della salute e dell’igiene pubblica, "finalizzato a ridurre l’impatto dello stress termico ambientale sulla salute dei lavoratori impegnati all’aperto senza possibilità di ripararsi dal sole e dalla calura. La prolungata esposizione al sole rappresenta un pericolo per la salute dei lavoratori, perché può causare stress termico e colpi di calore, con esiti talvolta anche gravi".