Caos bus, l’Appennino con Tomei "Modena merita più risorse"

I sindaci di Montecreto e Palagano: "La disparità con altri territori non si spiega: ora basta Siamo già in grossa difficoltà adesso, cosa succederà in inverno con la neve?"

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Gli appelli dei politici a volte non rendono bene l’idea. Per comprendere quali saranno gli effetti reali delle misure anti-Covid sul trasporto scolastico alla ripartenza a settembre, basta fare per un giorno la vita di uno studente che abita in montagna: sveglia alle 5, colazione, ritrovo alla fermata del bus intorno alle 6, viaggio (spesso scomodo) per un paio di ore sulle strade dell’Appennino, arrivo in aula alle 8 al suono della campanella. Il viaggio di ritorno non è necessario descriverlo. Ma lo conoscono a memoria i sindaci della zona che si uniscono al presidente della Provincia Tomei nel chiedere alla Regione una migliore ripartizione delle risorse destinate al trasporto pubblico locale in vista dell’apertura delle scuole. "Il trasporto degli studenti è un grande punto interrogativo, abbiamo bisogno di regole certe il prima possibile" spiega Leandro Bonucchi, sindaco di Montecreto dove vengono utilizzati due pulmini di proprietà del Comune, condotti da due dipendenti comunali. "Se dovremo garantire il distanziamento sui mezzi – continua – i tempi raddoppieranno, perché la montagna è molto dispersiva e in questo modo i bambini rischiano di rimanere sul bus anche per due ore. Per non parlare dell’impiego di ulteriori forze comunali, con un inevitabile aumento dei costi". In attesa di avere risposte certe dalla Regione, il sindaco di Montecreto mette le mani avanti: "Noi siamo già in grossa difficoltà, non oso immaginare d’inverno, con la neve e le strade in certe condizioni". Costi non più sostenibili per i Comuni costretti a esternalizzare il servizio di trasporto scolastico, come Palagano. "Non siamo persone che si piangono addosso – dice il sindaco Fabio Braglia – noi vogliamo capire bene le regole della Regione e poi cercare di organizzare un buon servizio, naturalmente tenendo conto delle spese già molto alte che devono sostenere le famiglie". Tanti adolescenti raggiungono ogni giorno Sassuolo, pagando un abbonamento "salato", che incide sul bilancio familiare, nonostante il bonus che il Comune riesce a concedere grazie ai ricavi ottenuti dalla produzione di gas naturale. "Come ha detto Tomei la Regione deve rivedere i criteri di assegnazione dei contributi, non è possibile che ci sia così tanta disparità tra le province. Non si può non tenere conto delle condizioni sfavorevoli di chi vive in montagna che è costretto ogni mattina a svegliarsi alle 5 per andare a lezione. Inoltre chiediamo che possano essere impiegati mezzi più moderni". Ancora troppe le incognite sulle disposizioni anti contagio: "Le regole per il mantenimento delle distanze varranno anche sui mezzi di trasporto scolastico? – chiede Braglia – O dovremo riferirci all’ordinanza firmata da Bonaccini valida per i treni e per i bus? Sui mezzi più piccoli di nostra proprietà che impieghiamo per i bambini delle scuole materne valgono le stesse condizioni".

Paolo Tomassone