A Palazzo Reale di Milano fino all’11 febbraio è al centro della scena uno dei dipinti più significativi conservati a Modena, il Trittico dipinto nel 1568-69 dal pittore El Greco - Domenikos Theotokopoulos, vissuto tra il 1541 e il 1614, nato a Creta in territorio allora veneziano - conservato nella Galleria Estense di Palazzo dei Musei. L’opera, dalla vita complessa visto che nel 1992 venne rubata dalla mafia del Brenta e per fortuna presto ritrovata, ha una sala tutta per sé ad apertura della grande mostra monografica dedicata a uno dei più grandi pittori di sempre, un artista che inizia sotto l’influenza delle icone bizantine (a pochi metri dall’altarolo ce ne sono due) e dopo un lungo soggiorno in Italia diviene a Toledo, in Spagna, il grande artista manierista dai colori acidi che lo fanno distinguere nella storia dell’arte. "L’altarolo di Modena - dice il co-curatore della mostra Juan Antonio Garcìa Castro - è una delle opere più interessanti presenti a Palazzo Reale, un lavoro sicuramente realizzato nei primi anni veneziani di El Greco. Nella città dove svolse la prima parte della sua attività professionale, nel periodo in cui sperimentava il linguaggio italiano, occidentale. La pittura dell’artista, infatti, seguiva un linguaggio greco, bizantino, poi via via mutuato nel periodo di Roma e poi a Toledo. Dalla tavola di Modena si vede come avesse già imparato i segreti della grande pittura d’Italia". El Greco torna così in Italia dopo le grandi mostre tenute nel 1999 al Palazzo delle esposizioni di Roma e a Treviso nel 2015. In entrambe le rassegne era presente l’altarolo modenese che, presente anche in altre mostre, nel nuovo millennio è stato prestato in non poche occasioni. In via generale va ricordato che la mostra di Palazzo Reale (catalogo Skira) è un appuntamento da non perdere, per la presenza di autentici capi d’opera dell’artista che da soli valgono il biglietto come la Spoliazione di Cristo da Toledo, il San Martino e il mendicante e il Laocoonte da Washington. Alla inaugurazione il sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi ha ricordato che "il Trittico di Modena è l’emblema di un pittore che arriva a essere superiore a Michelangelo, pari solo a Raffaello perché unisce Bassano, il grande Urbinate, Tiziano, Tintoretto, Veronese nonostante Pirro Ligorio l’avesse chiamato ‘stupido straniero’".
Stefano Luppi