Capolavoro di Basquiat all’asta da Christie’s

’The Guilt of Gold Teeth’, dipinta durante il soggiorno modenese dell’artista è destinata a stabilire un nuovo record mondiale: 40 milioni di dollari

Migration

’The Guilt of Gold Teeth’, considerato uno dei capolavori di Jean-Michel Basquiat, pioniere del graffitismo americano, sarà il top lot della ‘21st Century Art Evening Sale’, l’asta di Christie’s che avrà luogo il 9 novembre al Rockefeller Center di New York. Il prezzo di partenza è intorno ai 40 milioni di dollari e secondo gli esperti potrebbe stabilire il nuovo record per l’artista afroamericano.

Conservata per quasi un quarto di secolo in una collezione privata, questa monumentale tela del 1982 è stata creata all’apice della carriera dell’iconico artista. Si tratta di un esempio di un gruppo molto limitato di opere che definiscono la sua carriera e che Basquiat dipinse durante un viaggio in Italia nel marzo del 1982.

Gli otto dipinti creati da Basquiat a Modena nel 1982 rimangono alcuni dei suoi più grandi successi artistici, con due che hanno stabilito risultati da record all’asta. Cinque anni fa, nel maggio del 2016, ’Untitled’ ha conquistato il record mondiale d’asta con un’aggiudicazione di 57,3 milioni di dollari da Christie’s a New York.

’Profit’ fu venduto per 5,5 milioni di dollari da Christie’s sempre a New York nel 2002, stabilendo il record per l’artista all’epoca, rimasto imbattuto fino al 2007.

La figura centrale in questo dipinto è identificata come Baron Samedi, uno spirito del Vodou haitiano e leader del Gede, che tende a pascere le anime defunte verso l’altro lato. Versioni di questa figura appaiono in diversi dipinti di Basquiat e ’La colpa dei denti d’oro’ (questa la traduzione del titolo) è una delle prime rappresentazioni. Baron Samedi è strettamente legato alla morte e alla baldoria: è spesso raffigurato come una figura scheletrica vestita in abiti funebri, compreso il suo caratteristico cappello a cilindro. È sia un custode protettivo che un truffatore riottoso, che rappresenta le moltitudini, tanto della vita quanto della morte.

Basquiat viaggiò a Modena per la prima volta nel 1981: allora volto fresco sulla scena artistica, il giovane Jean Michel ricevette la sua prima mostra personale con il nome di ‘Samo’ alla galleria di Emilio Mazzoli. Durante il secondo viaggio dell’artista a Modena nella primavera del 1982, Mazzoli gli fornì un grande studio e la sua pratica artistica fece un cambiamento palpabile. Per la prima volta, la scala epica delle sue tele gli permise di esprimere l’intera portata delle sue ambizioni artistiche, mentre allo stesso tempo replicò le tele urbane che gli venivano offerte dagli edifici di New York, dove sviluppò il suo originalissimo linguaggio artistico.

Era il 23 maggio 1981, poco più di quarant’anni fa, quando in via Nazario Sauro, nella galleria d’arte più importante della città, quella del giovane Emilio Mazzoli già scopritore della Transavanguardia con Achille Bonito Oliva, aprì una nuova mostra, tra lo scetticismo pressoché totale. L’artista era giovanissimo e di colore ma soprattutto in Italia era un perfetto sconosciuto. Si faceva chiamare ’Samo’, era un graffitista e negli Usa aveva iniziato ad essere molto noto pure appena ventenne.

Samo era appunto Jean-Michel Basquiat, maestro morto giovanissimo entrato così nel mito e oggi uno dei pittori più quotati e riconoscibili del mondo.

Quarant’anni fa, appunto, Mazzoli ci vide lunghissimo ed organizzò a Modena la prima mostra in Europa di questo genio dell’arte. Il gallerista, qualche mese fa, ha raccontato: "Andai in America pochi mesi prima e in una mostra a New York vidi le opere di Samo-Basquait che aveva portato il critico Cortez: mi piacque e gli comprai subito 15 tele e 20 grafiche per Modena, perché io sono il primo a investire sui miei artisti. Durante quella mostra vendetti tutto e l’anno seguente, con Samo che nel frattempo divenne il notissimo Basquait, ne volevo fare un’altra, ma una gallerista si mise di mezzo, litigammo e le lasciai tutto anche se poi nel 1982 la Civica fece ‘ItaliaAmerica’ con sue opere. Per me Basquiat era come un figlio".