Modena, il carabiniere buono e il clochard ladro. "Soffriva, gli ho comprato i sandali"

Sopreso a rubare una crema per le piaghe ai piedi, era scalzo

Il carabiniere 25enne Cesare Pesaro, da un anno a Modena (foto Fiocchi)

Il carabiniere 25enne Cesare Pesaro, da un anno a Modena (foto Fiocchi)

Modena, 10 agosto 2018 - A Bologna come a Modena e nel resto del mondo: la divisa non rappresenta solo ‘la legge’ ma prima di tutto uomini che hanno scelto di indossarla per mettere a disposizione di altri uomini la propria vita. Dinanzi ad una terrificante esplosione, quella in tangenziale, a Bologna, militari, poliziotti e pompieri non hanno esitato un istante ad aiutare gli automobilisti in pericolo neppure davanti alle fiamme altissime. E a Modena un carabiniere, Cesare Pesaro, 25 anni, dopo aver denunciato per furto un senzatetto, quando ha capito che a spingerlo a compiere il reato era stata la condizione di disperazione e sofferenza in cui versava, gli ha regalato un paio di sandali. 

«L’Arma non è un freddo esecutore della legge – ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri di Modena Giovanni Balboni – quello del militare è un gesto in linea con la nostra mission: la vicinanza alla popolazione». Una mission che Pesaro custodisce nel cuore.

Cosa è accaduto martedì pomeriggio?  «È scattato l’allarme alla centrale operativa: un ladro, 55 anni originario del Veneto, aveva da poco rubato generi alimentari e creme per i piedi (25 euro) da un supermercato nei pressi della stazione. Il responsabile ci aveva spiegato che l’uomo aveva superato le barriere e si era allontanato, nascondendo la merce rubata in un borsone». 

Lo avete trovato subito? «Sì, poco dopo anche perché in quelle condizioni non sarebbe neppure stato in grado di fuggire. Mi sono accorto però che si trattava di una persona trasandata, senza scarpe. Aveva problemi fisici; piedi e gambe molto gonfi».

Perché? «Era sanguinante: troppe le ore trascorse a camminare da una parte all’altra dell’Italia scalzo e sull’asfalto rovente».

Che cosa ha fatto?  «L’ho denunciato, ma poi ho deciso di comprargli un paio di sandali; un piccolo gesto umano per alleviare le sue sofferenze».

Gli ha chiesto la sua storia? «Mi ha solo raccontato di non avere un posto fisso e di girare per il Paese, non avendo lavoro. O meglio, il lavoro lo ha perso: era un operaio, ma la sua azienda ha chiuso e lui si è trovato senza nulla in mano».

Ed è finito sulla strada... «Ci ha confessato di non aver avuto scelta: ha solo un fratello, anch’egli operaio che non è in grado di aiutarlo economicamente».

Lo ha visto pentito del gesto commesso? «Sì, molto. Se n’è vergognato ma ci ha detto di essere stato costretto a rubare per necessità, per lenire le proprie sofferenze: fame e dolore».

Il suo è stato invece un gesto istintivo. «Dettato dal mio senso di umanità e solidarietà nei confronti degli altri. Indosso la divisa anche per queste doti».

Le era mai capitato un caso di questo genere? «Sono a Modena da un anno e non ho mai vissuto una situazione del genere». 

Quando il clochard lo ha visto tornare con quei sandali in mano cosa le ha detto? «Era commosso, visibilmente contento del gesto e mi ha ringraziato subito con emozione».

Le ha detto dove sarebbe andato? «Ci ha detto che subito dopo avrebbe preso un treno per arrivare in un’altra città. Non ci ha detto nulla di più. Ma camminava da tempo in quelle condizioni; ci ha spiegato che era sceso dal treno scalzo e che aveva deciso di fermarsi a Modena per mangiare qualcosa. Ma quando ci ha visto arrivare, dopo il furto, non ha neppure provato ad allontanarsi». 

Quello che lei ha fatto è comunque un gesto che le fa onore... «Per me la divisa vuole dire anche questo».