Carpigate, Bellelli: "Su di me accuse false"

Alla prima udienza il sindaco ripercorre le vicende relative al dossier su presunti vantaggi illeciti nell’acquisto di un immobile

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Morelli avrebbe voluto candidarsi come sindaco in contrapposizione a Bellelli, col quale però aveva detto che ‘mai si sarebbe messo contro di lui’. Per questo motivo Bellelli gli aveva proposto il ‘ruolo’ di vice sindaco per quello che sarebbe stato il suo terzo mandato; cosa inusuale. Dalle telefonate era emerso poi come Morelli avesse voluto candidarsi con una lista civica. E’ quanto emerso ieri in aula nell’ambito del noto processo Carpigate, che si era chiuso con il rinvio a giudizio dei tre indagati accusati di tentata diffamazione nei confronti del sindaco di Carpi Alberto Bellelli, difeso dall’avvocato Nicola Termanini. Alla sbarra ‘sono rimasti’ l’ex vicesindaco Simone Morelli e Stefano Soranna, all’epoca legato alla Lega. Nel corso della prima vera udienza istruttoria di ieri, alla quale però mancavano due testimoni, Bellelli ha ripercorso la ‘situazione politica’ all’epoca dei fatti, parlando di tensioni determinate dal fatto che i carabinieri avevano effettuato i sequestri per la situazione ‘appalti’. Dopo di che il sindaco ha spiegato di aver scoperto dai quotidiani come Morelli fosse indagato per la diffamazione, revocandogli le deleghe. Al centro del processo, lo ricordiamo, il famoso dossier mandato agli organi di stampa e contenente documenti che rivelavano un presunto scambio di favori tra il sindaco e un costruttore edile, accuse false contro le quali Bellelli, riconfermato sindaco alle ultime elezioni, sporse appunto querela. Infatti gli episodi di diffamazione erano legati all’acquisto, lo ricordiano, di una abitazione nei pressi del centro storico da parte della moglie del sindaco. Le ‘allusioni’, parlavano di un vantaggio economico: da qui il famoso ‘dossier’ sulla falsa storia di corruzione e abuso di ufficio inerente l’abitazione in questione e mai finito però sui quotidiani nonostante la volontà – secondo le accuse – di farlo pubblicare. In merito all’acquisto della casa intestata alla moglie e al centro della diffamazione, Bellelli ha sottolineato ieri come si sia trattata di una normale operazione immobiliare, spiegando di aver conosciuto il costruttore in sede di trattativa finale. Le difese hanno prodotto invece diverse immagini circa l’immobile in questione, così pure la copia di una pubblicazione risalente alla ristrutturazione che parla appunto dei lavori di quel complesso e del ritrovamento di affreschi poi vincolati dalla soprintendenza. Ieri ha preso infine la parola Mattia Vivarelli, all’epoca consigliere regionale che ha spiegato come Morelli, per quanto riguarda ‘il dossier’ gli avesse chiesto di ‘dargli una mano’ per far pubblicare la notizia sui tre quotidiani più importanti.

Valentina Reggiani