«Case vulnerabili, servono perizie e lavori»

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di Silvia Saracino

Sarebbe un errore gravissimo dimenticare il terremoto che sette anni fa colpì la Bassa o considerarlo un evento irripetibile: perchè, avverte l’Ordine degli ingegneri, «se domani un sisma di pari intensità dovesse colpire la città di Modena il 65% delle abitazioni diventerebbe inagibile: 60mila alloggi danneggiati e oltre 100mila persone sfollate».

Senza voler creare allarmismi, in vista della Giornata nazionale della prevenzione sismica in programma domenica, l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Modena ricorda che «nel futuro i terremoti sono destinati a ripetersi» spiega il presidente Gabriele Giacobazzi, «dobbiamo prepararci con la prevenzione: una maggiore sicurezza sismica degli edifici è possibile».

Come rendere le proprie abitazioni più resistenti ai terremoti?

Le soluzioni sono diverse e gli ingegneri, assieme all’Ordine degli architetti, domenica (dalle 10 alle 18) saranno a disposizione dei cittadini nelle piazze di Modena (sala Europa, piazza Grande), Sassuolo (via Battisti) e Pavullo (piazza Borelli) per fornire tutte le informazioni sul rischio sismico e su come migliorare la sicurezza delle abitazioni.

I professionisti saranno anche a disposizione per visite tecniche gratuite a domicilio (previa prenotazioni in loco o sul sito internet della Giornata nazionale della prevenzione sismica): faranno una prima valutazione dello stato di rischio dell’edificio e spiegheranno quali sono i possibili interventi migliorativi, i costi, e le agevolazioni previste a livello nazionale e ancora poco conosciute.

Il tema interessa tutti i cittadini della provincia perchè solo le abitazioni costruite dal 2005 in poi hanno l’obbligo di rispettare norme antisismiche entrate in vigore a livello nazionale: parliamo di una percentuale irrisoria, tra il 5 e il 10%, rispetto all’intero patrimonio immobiliare. Solo Frassinoro e Pievepelago, da molti anni considerati a rischio per la vicinanza con la Garfagnana, si sono adeguati anzitempo.

« A Modena il 58% del patrimonio immobiliare è stato costruito prima del 1977, quando sono comparse le prime leggere normative sulla sicurezza antisismica» spiega Giacobazzi.

«A Modena ci sono circa 93mila alloggi: se un terremoto come quello del 2012 dovesse colpire la città – prosegue il presidente dell’Ordine degli Ingegneri – possiamo stimare che circa il 65% delle abitazioni diventerebbe inagibile, esattamente come è avvenuto nei comuni della Bassa. La dimensione del rischio è enorme».

La prevenzione è l’unica arma per tutelarsi e sono stati varati dal Governo importanti strumenti.

«Le detrazioni previste dal nuovo sisma-bonus sono un’opportunità che però rischia di andare sprecata perchè i cittadini non sono informati: stiamo incontrando gli amministratori condominiali per spiegare queste opportunità, sono i nostri interlocutori».

Il nuovo bonus consente di recuperare una percentuale che va dal 50 all’85% sui costi sostenuti per la ristrutturazione antisismica e dovrebbe essere contenuto già nella fattura al cittadino perchè l’impresa dovrebbe anticipare e rientrare delle spese successivamente. Un aiuto significativo se si pensa che, spiegano gli ingegneri, per rendere più sicuro un condominio in centro storico occorrono dai 15 a 30mila euro a famiglia.

Tra la teoria del sisma bonus e la pratica il passaggio non è però immediato. «Abbiamo un patrimonio condominiale molto vulnerabile, costruito nel Dopoguerra – spiega Anna Allesina presidente dell’Ordine provinciale degli architetti – la frantumazione della proprietà rallenta i percorsi. Per questo stiamo cercando di lavorare anche con gli amministratori di condominio».

Un focus particolare è stato dedicato alla ricostruzione nella Bassa dove alcuni edifici nei centri storici sono ancora inagibili.

«Il risultato raggiunto mi sembra positivo ed è stato merito anche di ingegneri e architetti – spiega il presidente dell’Ordine – ad agosto l’ammontare delle erogazioni nel privato era pari a 2 miliardi. Di recente abbiamo avuto anche un chiarimento con le amministrazioni sull’iter dei progetti». La burocrazia continua ad essere un peso importante, aggiunge Allesina: «Riguardo al patrimonio del cratere tutelato dalla Soprintendenza, ci sono voluti anche 4 anni per avere un’autorizzazione a fronte di lavori che si realizzano in 1 anno e mezzo».

Per capire meglio cosa accade agli edifici durante un terremoto nella sala Europa di Piazza Grande sarà allestita domenica una tavola vibrante, un plastico di edifici sottoposto a scossa sismica realizzato in collaborazione tra gli istituti Guarini e Galilei e Aldini Valeriani di Bologna.