GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Caso Galiotto, la protesta dell’Udi: "No alla violenza economica"

"Vogliamo rimarcare la nostra collocazione politica dalla parte delle vittime a supporto della richiesta di una revisione non più derogabile...

"Vogliamo rimarcare la nostra collocazione politica dalla parte delle vittime a supporto della richiesta di una revisione non più derogabile di prassi che ostacolano la fruizione di un diritto, sancito in sede penale, a ristoro del danno morale ed economico subito, senza che questa si riveli un’onerosa e cinica beffa, scoraggiandone la rivendicazione a tutto vantaggio dell’autore del reato". La riflessione è dell’Udi, l’associazione in difesa delle donne, che esprime solidarietà e vicinanza a Giovanna Ferrari, la mamma di Giulia Galiotto (uccisa dal marito), alla quale è stato chiesto il pagamento di una tassa per ottenere il risarcimento stabilito in sede processuale.

"Per Giovanna Ferrari, madre di Giulia, socia e attivista dell’Udi, in coerenza con l’impegno di rendere politico il personale, condividere la propria esperienza ha lo scopo di portare alla luce aspetti poco noti di quella violenza istituzionale anche di natura economica, che, spesso sottotraccia, ricade sulle vittime. Non si tratta, infatti, di uno sfortunato incidente, frutto di un emendabile errore umano, ma di una prassi che penalizza tutte le vittime di reato violento sia dirette che collaterali".

Dal comunicato dell’Agenzia delle Entrate, indirizzato come risposta a Giovanna Ferrari, appare con estrema chiarezza che questa è la prassi: tassare il credito, a prescindere dalla sua riscossione. Credito che, vale la pena sottolineare, è il risarcimento di un danno subito spesso irrisarcibile come nel caso in questione (femminicidio, ndr)".

I fondi che il ministero dell’Interno, attraverso le Prefetture, mette a disposizione degli eredi di vittime di reati violenti intenzionali, "che non abbiano percepito altri sussidi o ristori, sono uno strumento valido, regolamentato da precise condizioni e termini di scadenza, teso a riconoscere un seppur parziale risarcimento a chi dimostra di averne diritto". Ma, dicono, è uno strumento "ancora poco conosciuto. Va potenziata la rete in supporto alle famiglie delle vittime".