Cattivi odori, Far Pro si difende

SPILAMBERTO E’ cominciato ieri mattina in tribunale il processo che vede al centro la Far Pro, azienda di Spilamberto specializzata nella...

Cattivi odori, Far Pro si difende

Cattivi odori, Far Pro si difende

E’ cominciato ieri mattina in tribunale il processo che vede al centro la Far Pro, azienda di Spilamberto specializzata nella produzione di mangimi e fertilizzanti responsabile, secondo un gruppo di cittadini tra Spilamberto e San Cesario, di cattivi odori che da anni ammorbano un zona di quel territorio. Si è trattata della prima udienza che riguardava principalmente questioni preliminari e la costituzione di parte civile di alcuni residenti rappresentati dall’avvocato Chiara Costetti, richiesta per la quale il giudice si è riservato rinviando l’udienza al 20 dicembre. Si è arrivati in tribunale dopo l’opposizione presentata dal legale rappresentante dell’azienda al decreto di condanna penale emesso dal giudice un anno fa che si basava sulle analisi effettuate da Arpae e che obbligava la Far Pro ad un ammenda di 3.375 euro. L’accusa è quella di un reato specifico del codice penale, commesso in modo continuato, che contempla appunto il caso di emissioni di gas moleste. La Far Pro ha però deciso di chiarire le cose in tribunale convinta della correttezza del suo operato. "Dimostreremo che tutto quello che fa l’azienda è sempre stato corretto – ha detto l’avvocato Francesca Vellani, legale della Far Pro – questo è il motivo per cui siamo andati avanti a seguito del decreto penale". Il giudice dovrà valutare non solo la questione sulle responsabilità dell’azienda per le emissioni odorifere ma anche la richiesta di risarcimento da parte dei cittadini. "E’ una vicenda che si protrae da diversi anni – le parole dell’avvocato Chiara Costetti, legale di parte civile – questi cittadini lamentano una intollerabilità di questi odori che si manifestano in svariate giornate. La situazione è divenuta insostenibile, queste persone ritengono che tutto quello che è stato fatto sino ad ora non sia sufficiente".

Emanuela Zanasi