Cdr, piscina senza autorizzazioni: rischia lo stop

La diocesi chiede all’Associazione Nuoto di mettersi in regola. Mancano i certificati antincendio

 La piscina della Cdr

La piscina della Cdr

Modena, 29 settembre 2018 - Il Comune lo ha messo nero su bianco nei giorni scorsi: se entro 45 giorni non saranno adottate le misure indispensabili per ottenere le autorizzazioni in materia di prevenzione incendi, sarà emessa un’ordinanza a tutela della pubblica incolumità. Perché, nel verbale trasmesso dai pompieri il 5 settembre, si fa presente come siano scaduti i termini e le proroghe per la regolarizzazione. La piscina di via Sassi, in sostanza «esercisce in difetto delle necessarie autorizzazioni di prevenzione incendi». Da qui la sollecitazione al gestore a ‘mettersi in regola’ entro e non oltre il periodo stabilito. Non parliamo di un impianto acquatico qualsiasi ma delle piscine della Città dei ragazzi.

Come è venuta a ‘galla’, per stare in tema, la situazione di irregolarità? Tutto parte quando l’ente diocesano Salvezza Educazione della Gioventù, proprietario dell’intero complesso immobiliare Città dei Ragazzi decide – dopo avere ammodernato i locali del centro formazione professionale e la palestra, nell’ambito del piano di verifica delle proprie strutture - di chiedere all’Associazione Centro Nuoto Città dei Ragazzi alcuni documenti amministrativi. Le varie richieste dell’Ente, però, non vengono riscontrate dall’Associazione, tanto che i rapporti tra le parti ‘si incrinano’. Non ottenendo i documenti richiesti, il legale rappresentante dell’ente si vede costretto a richiedere all’Associazione di non riaprire la struttura fino a quando non sia verificato il rispetto delle normative sulla sicurezza.

L’ente si rivolge quindi a Prefettura e Vigili del Fuoco chiedendo un intervento volto a comprendere il quadro autorizzativo in essere; quindi se la struttura sia in regola per garantire la sicurezza dei natanti. I pompieri analizzano gli atti ma l’esito non è positivo; così il 5 settembre comunicano alle parti, Comune e Prefetto, che l’attività svolta dall’Associazione non ha il necessario certificato Prevenzione Incendi. A quel punto il Comune, il 17 settembre chiede a sua volta informazioni al gestore. Morale della ‘favola’: pompieri e Amministrazione concedono 45 giorni per regolarizzare la situazione. Qui inizia la situazione paradossale, in quanto l’Ente proprietario – che ad onor del vero ha reso manifesta la problematica – sarebbe disponibile ad intervenire subito con importanti lavori di riqualificazione dell’intera piscina, ma i lavori non potranno essere svolti sino a quando l’Associazione continuerà, malgrado la situazione, a svolgere le regolari attività. Ciò potrebbe provocare gravi danni a fruitori e addetti ai lavori. L’avvocato Luca Roda, che cura gli interessi dell’Ente Diocesano, da noi contattato ritiene che in breve si possa giungere ad una soluzione anche grazie all’interessamento delle autorità coinvolte a salvaguardia della pubblica incolumità. Vista però ‘l’attività abusiva’ dell’impianto, la piscina potrebbe a breve interrompere le attività.