Ceduti 1200 chili di cocaina e 450 di hashish

È nato ed ha avuto la sua prima operatività a Reggio il gruppo di narcotrafficanti, per lo più calabresi stroncato dalle fiamme gialle. Grazie a figure come quelle di Gabriele Scarantino, i grossi carichi di polvere bianca sono velocemente confluiti anche a Modena. Tra le prime consegne, c’è quella ad esempio di una partita di cocaina ritirata a Bologna e portata a Modena Sud ai due indagati Masi e Pezzella. Un chilo di polvere bianca nascosta in un doppio fondo di un’auto mentre i membri dell’associazione controllavano che non vi fossero forze dell ‘ordine nei paraggi. ‘Niente scambi al distributore, ci sono telecamere’, ordinava Masi in quell’occasione. L’inchiesta nasce da un’indagine avviata dalla Procura di Trento nel 2019, nell’ambito della quale veniva utilizzato quale "agente sotto copertura" (undercover) un operante dello S.C.I.C.O. della Finanza per infiltrarsi nel contesto criminale. Il militare era riuscito a farsi reclutare dalla rete di personaggi dedita alla raccolta di denaro provento di spaccio, destinato alle organizzazioni criminali sudamericane del narcotraffico. Da qui la scoperta di un meccanismo studiato nel minimo dettaglio, che si avvaleva, per i contatti, di applicazioni telematiche di messaggistica istantanea installata su appositi "criptofonini" in grado di impedire eventuali intercettazioni . Le ingenti forniture di cocaina, acquistate da varie organizzazioni criminali dell’America Latina - è emerso in seguito - venivano pianificate, dirette e controllate direttamente dal Boss Romeo dalla sua dimora in Spagna, dove si era dato alla latitanza. Poi c’era il gruppo di cinesi che si occupava del riciclaggio dei proventi illeciti. Nel corso delle indagini, sono stati ricostruiti approvvigionamenti e cessioni per quantitativi che sfiorano i 1.200 kg di cocaina, i 450 kg di hashish e i 95 kg di marijuana