Centri estivi, organizzazione ‘a ostacoli’

Dall’igienizzazione alla distribuzione dei pasti: ecco come si stanno organizzando i gestori. "Ma ancora poche richieste"

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di Paolo Tomassone

Siamo alle soglie dell’estate più incerta. Da un lato le misure stringenti anti contagio che fanno lievitare i costi dei gestori. Dall’altro la fobia dei genitori, ancora titubanti a lasciare i propri figli un giorno interno a giocare con i coetanei fuori casa. A pochi giorni dall’apertura dei centri estivi è in preparazione un accordo tra le cooperative modenesi, il Comune, i sindacati e mondo del Terzo Settore per trovare soluzioni percorribili al bisogno di ragazzi e adolescenti di non passare in solitudine l’estate e al bisogno dei genitori distrutti da due mesi di lockdown di trovare sostegno per il tempo libero dei figli.

I conti più salati li hanno previsti le cooperative sociali che vorrebbero aprire le proprie scuole ai bambini e ragazzi, ma rischiano seriamente di non riuscire a superare quella che sta diventando una vera e propria sfida contro il tempo. Il primo tema è quello che riguarda il personale: serviranno più educatori per seguire un numero più ristretto di ragazzi, squadre di pulizie per l’igienizzazione continua dei locali, coordinatori, personale amministrativo e cuochi. Poi gli spazi: le classi delle scuole dovranno essere ri-arredate e i giardini dovranno essere attrezzati per ospitare le attività di gruppi di bambini. "Siamo ancora in una fase di discussione interna. Stiamo ragionando per offrire attività per piccoli gruppi da quattro o cinque bambini ognuno. Sulla distribuzione dei pasti non abbiamo ancora trovato una soluzione, probabilmente opteremo per il piatto unico confezionato e consumato all’aperto. Poi dovremo affrontare la questione della sanificazione dei bagni e delle aule. I costi salgono alle stelle ed è evidente che se ci sarà un numero minimo di iscrizioni saremo in grado di farvi fronte, ma per spese aggiuntive dovremo ancora discutere con le istituzioni". Lo riferisce il presidente di Domus Assistenza, Gaetano De Vinco, che sta raccogliendo le prime iscrizioni da parte delle famiglie: "Non abbiamo ancora ricevuto tante adesioni, ma c’è ancora un po’ di tempo".

Tra gli obiettivi del protocollo – per ora in bozza, a cui aderiscono il Comune, FP Cgil, Cisl FP, Uil Funzione pubblica, Confcooperative, Legacoop Estense e Forum Terzo Settore – quello di trovare soluzioni per conciliare le esigenze sanitarie nei centri estivi, il benessere psicofisico dei bambini e dei ragazzi provati da tre mesi relegati in casa, nell’ottica di contrastare povertà educative e favorire occasioni di crescita, in attesa della riapertura delle scuole a settembre. "Le nostre cooperative hanno dato massima disponibilità e stanno studiando tutti i particolari del protocollo per poter arrivare alla firma già la prossima settimana – spiega Stefano Prampolini, funzionario cooperative sociali di Confcooperative –. Uno dei temi principali sicuramente è quello legato alla sostenibilità finanziaria delle attività estive. È giusto infatti garantire l’offerta, ma dovremo valutare anche quella che sarà la domanda e non possiamo nascondere che c’è ancora una certa dose di timore di portare i propri figli fuori casa. Questo protocollo comunque sarà un primo passo per cercare di arrivare ad una nuova normalità, comunque diversa rispetto a prima".