JACOPO GOZZI
Cronaca

Centro sportivo, la disputa: "Discovery danneggiata. Il Comune risarcisca"

L’associazione fu "estromessa" dalla gestione dell’area di via Cassiani "Nonostante la vittoria al Consiglio di Stato, l’amministrazione non paga".

L’avvocato Monica Rustichelli

L’avvocato Monica Rustichelli

Da oltre 10 anni una disputa vede contrapposti il Comune di Modena e l’associazione sportiva Discovery Sport Planet. Una vicenda giudiziaria tutt’altro che conclusa, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato che ha accertato in via definitiva "l’illegittimità dell’operato dell’Amministrazione", costringendo il Comune a un risarcimento.

Tutto ha origine nel 1999, quando il Comune di Modena concede alla società New Holland Italia S.p.A. un diritto di superficie, valido fino al 30 giugno 2014, per la realizzazione di un centro sportivo destinato ai propri dipendenti in via Cassiani.

Nel 2006, la società affida in gestione i campi da tennis e il bar presenti all’interno del centro sportivo all’associazione Discovery Sport Planet. L’attività prosegue fino al 13 novembre 2013, quando New Holland comunica al Comune la volontà di non proseguire il rapporto alla scadenza prevista per l’anno successivo.

"In attesa di predisporre un nuovo bando pubblico – spiega l’avvocato Monica Rustichelli che ha seguito Discovery in tutto l’iter giudiziario – nel 2014 il Comune di Modena decide di ‘togliere di forza’ il centro sportivo all’Asd Discovery e lo affida direttamente a due associazioni senza prendere in considerazione Discovery Sport Planet".

Nell’agosto 2014, Discovery propone ricorso al TAR Emilia-Romagna, chiedendo in via cautelare l’assegnazione temporanea degli impianti e, nel merito, l’annullamento del provvedimento impugnato. "Discovery – sottolinea Rustichelli – aveva ottenuto la gestione degli impianti tramite una procedura di evidenza pubblica e aveva operato con risultati riconosciuti. È stata poi estromessa senza trasparenza, senza confronto e in violazione dei principi di imparzialità, concorrenza e pubblicità che devono sempre accompagnare l’azione della Pubblica Amministrazione".

Con le ordinanze n. 4694 e n. 5707, emesse tra ottobre e dicembre 2014, il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di Discovery: l’associazione deve poter continuare a fruire degli impianti sportivi e mantenerne la gestione provvisoria fino alla pubblicazione di un nuovo bando.

La situazione sembra risolta, ma il 27 novembre 2015 arriva la decisione nel merito e il Tar respinge il ricorso, ritenendo legittimo l’affidamento provvisorio da parte del Comune. Successivamente, in seguito alla richiesta d’appello presentata da Discovery nel 2016, il 23 febbraio 2023, con sentenza definitiva, il Consiglio di Stato dichiara improcedibile l’appello per sopravvenuta carenza di interesse, ma accerta l’"illegittimità dell’affidamento diretto" e riconosce l’interesse dell’associazione ai fini risarcitori.

Discovery avanza formalmente al Comune una richiesta con quantificazione dei danni. L’Amministrazione trasmette la pratica alla propria compagnia assicurativa, che "nega la copertura per motivi formali". Come ha precisato la legale, ad oggi, il Comune non ha ancora proposto alcuna somma concreta a titolo risarcitorio.

"Purtroppo – conclude Rustichelli – non resta che intraprendere un ulteriore giudizio, questa volta in sede civile, per chiedere al giudice ordinario la quantificazione del danno. Anche questo procedimento avrà un costo per l’Amministrazione, che dovrà costituirsi in giudizio, e saranno impiegati ancora una volta soldi pubblici. Dopo la sentenza definitiva del Consiglio di Stato, abbiamo esultato perché speravamo si potesse chiudere la questione evitando altre spese legali, sia per Discovery che per la finanza pubblica, cioè per i cittadini".

"In questa battaglia – conclude l’avvocato – perdono tutti: non solo Discovery e lo stesso Comune di Modena, ma tutta la comunità. È uno di quei casi nei quali si diventa prigionieri della burocrazia".