JACOPO GOZZI
Cronaca

Centro trapianti da record Donna con tumore al colon riceve il fegato dal marito

Al Policlinico operazione unica in Europa effettuato con prelievo robotico da donatore vivente. Il prof Fabrizio Di Benedetto: "È un intervento speciale sotto molti aspetti, anche quello umano". .

Centro trapianti da record   Donna con tumore al colon  riceve il fegato dal marito

Centro trapianti da record Donna con tumore al colon riceve il fegato dal marito

di Jacopo Gozzi

Ciò che fino a pochi anni fa sembrava fantascienza, oggi al Centro trapianti dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena è realtà: il 14 luglio scorso, una paziente affetta da tumore del colon con metastasi al fegato è stata sottoposta con successo a trapianto di fegato da donatore vivente con prelievo eseguito con tecnica totalmente robotica. Si tratta del primo caso in Europa e di un grande traguardo per Modena, che si conferma punto di riferimento eccellente del settore a livello internazionale. Il connubio tra innovazione tecnologica e ricerca oncologica ha reso possibile un intervento complesso, dietro al quale si cela una storia di amore e generosità: la paziente, una donna di 45 anni, ha ricevuto l’emifegato sinistro dal marito.

"Il trapianto da vivente – illustra Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia oncologica, epato-bilio-pancreatica e Chirurgia dei trapianti di fegato del Policlinico di Modena – ha una caratteristica fondamentale: si riesce a monitorare il paziente e trapiantare l’organo nel momento più adatto. La donna in questione era stata in cura per due anni a causa di un tumore al colon che aveva sviluppato metastasi a livello epatico. Alla luce della buona risposta ai trattamenti e del profilo biologico della malattia, non essendoci spazio per un intervento di resezione del fegato, è stato possibile procedere con il trapianto, molto complicato dal punto di vista tecnologico: il prelievo dell’emifegato dal donatore è stato eseguito con tecnica robotica e, di conseguenza, ha permesso un recupero veloce sia nel donatore che nella paziente. Siamo molto orgogliosi di questo intervento che è stato possibile soltanto grazie a un grande lavoro di squadra". L’operazione è stata eseguita nell’ambito del protocollo sperimentale "Livermore", dedicato ai pazienti con metastasi epatiche da adenocarcinoma del colon non suscettibili di resezione chirurgica e conferma la qualità straordinaria del lavoro del Centro trapianti di Modena.

"Dall’avvio del programma nel luglio 2020 – spiega l’assessore alle politiche per la salute della regione Emilia-Romagna Raffaele Donini – sono stati eseguiti 323 trapianti di fegato al Policlinico e quasi il 10% di questi sono stati fatti da donatore vivente. Questi traguardi sono utili per offrire al paziente oncologico la cura sempre migliore, mirata al proprio caso, come testimonia l’esperienza di oggi: una storia meravigliosa sul piano umano, tecnologico, medico e scientifico". "Per quanto riguarda la realtà modenese – prosegue Donini – vogliamo continuare a investire: oggi ho il piacere di annunciare che è stata approvata una linea di finanziamento che ci permetterà di stanziare due milioni e mezzo di euro per arricchire il Policlinico di nuove sale operatorie o attrezzare quelle che ha evidenziato la direzione".

L’orgoglio per l’operato del centro trapianti riecheggia anche nelle parole di Claudio Vagnini, direttore generale dell’Aou di Modena: "Siamo contenti di avere un gruppo di professionisti così preparati con cui continuiamo a svolgere interventi di altissima complessità: ormai Modena è in grado di fare scuola in tutta Italia. Come mantenerci a questo livello? Servono ancora tanti investimenti". Le parole di Donini e Vagnini cadono a due giorni di distanza dalla proposta di legge regionale che la giunta Bonaccini sottoporrà alle Camere e che prevede di portare strutturalmente al 7,5% del Pil il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, aumentando il fondo di quattro miliardi annui per il prossimo quinquennio e la rimozione dei vincoli di spesa per il personale di ospedali, Ausl e altre strutture pubbliche. "Soltanto pagando adeguatamente il personale e stanziando finanziamenti per realizzare strutture all’avanguardia – rincara Vagnini – possiamo restare al passo con le realtà più progredite d’Europa".

"È importante dare risalto a notizie di eccellenza come questa – conclude Massimo Girardis, direttore della Terapia intensiva del Policlinico di Modena – oggi, sempre più spesso, i medici vengono citati soltanto quando sbagliano: l’operazione di cui parliamo oggi è frutto del lavoro di professionisti che si sono spesi giorno e notte per tutelare la vita umana e la qualità delle vite che vengono salvate, senza guardare al profitto.