Chi fa la guerra è un ladro di sogni

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Erio

Castellucci*

Si possono commettere furti sul passato, manipolando la storia. Si possono sottrarre pezzi di presente, come ha fatto la pandemia. Ma la rapina più grave è quella del futuro: e la misurano i bambini, i ragazzi e i giovani, che sono i veri grandi della terra. Gesù, non a caso, ha indicato ’i fanciulli’ come modello per gli adulti. Se fosse per loro, le guerre non scoppierebbero, l’ambiente sarebbe sano, la divisione dei beni più giusta, la vita rispettata dall’inizio alla fine. Ma oggi chiunque si azzarda a sostenere le speranze dei veri grandi della terra passa per ingenuo e idealista. La realtà, nella sua marmorea durezza, sembra piuttosto un incubo. All’utopia della pace reagisce l’inferno della guerra, al desiderio di giustizia la pratica dell’iniquità, al progetto di una vita sensata l’assurdo della morte violenta. E i piccoli, i veri grandi, si chiedono perché. Il più grande sognatore della storia, Gesù, vagheggiava un ’regno di Dio’ dove sono protagonisti tutti i ’perdenti’. Il suo sogno sembrava frantumato dalla croce, a cui fu inchiodato dai ’grandi’ dell’epoca e pareva definitivamente tramontato: il realismo aveva vinto sull’illusione. Se la vicenda del grande sognatore di Nazareth fosse terminata sul Calvario, la pietra del sepolcro avrebbe schiacciato il sogno di un mondo nuovo, la lapide avrebbe murato la speranza. Se invece Cristo è uscito dal sepolcro, allora il sogno rispunta più forte della pietra. “Dio ha risuscitato Gesù”: non c’è annuncio più potente nella storia. Per i credenti apre una speranza oltre la morte; per tutti apre la certezza che il sogno di un mondo sano prevale sull’incubo di un mondo malato. Se continuiamo a sognare in tanti, ci sarà un futuro anche per Chiara.

*Vescovo di Modena

e Carpi