Chiesta la scarcerazione del tunisino: "Nessun grave indizio"

La sorella dell’indagato: "Non è fuggito, era in Francia per lavoro, l’ho visto sui social"

"Ritengo non vi sia un grave quadro indiziario o, per meglio dire, che gli indizi raccolti non raggiungano quel grado di gravità che giustifica un’ordinanza cautelare. Dobbiamo aspettarci, per la decisione, tempi abbastanza brevi. È sicuramente possibile che la Procura in quella sede depositi ulteriori atti di indagine". E’ così che l’avvocato Roberto Ghini, il difensore del principale sospettato per il delitto di Alice Neri, il tunisino Mohamed Gaaloul, motiva la presentazione del ricorso al tribunale della libertà. Secondo il legale, in sostanza, l’ordinanza è meritevole di essere annullata. Entro quindici giorni il riesame di Bologna dovrà quindi pronunciarsi sull’istanza di scarcerazione del tunisino.

Secondo la Procura invece nei confronti del tunisino sono stati raccolti chiari indizi di colpevolezza: tra questi la sua bicicletta lasciata all’esterno del locale di Concordia e la sua fuga all’estero, nonché la frequentazione del luogo del ritrovamento del cadavere. Gaaloul, però, in sede di interrogatorio di garanzia ha rilasciato dichiarazioni spontanee per affermare l’esatto contrario. Il tunisino non è entrato nel merito della vicenda: non ha quindi confermato quanto dichiarato in passato, quando aveva affermato di aver accettato un passaggio in auto da una donna bionda all’uscita dal locale di Concordia. Il 29enne, però, ha negato con forza di essere fuggito dall’Italia e, soprattutto, di aver cercato di evitare una cattura. Il giovane straniero, indagato per omicidio volontario e distruzione di cadavere, infatti, ha spiegato davanti al giudice e al pm, alla presenza del proprio legale, di essersi trasferito in Francia per motivi di lavoro, ovvero per svolgere mansioni da imbianchino, fornendo poi i dati del datore di lavoro. Dopo di che il giovane ha spiegato che la sera si spostava in Germania, dove aveva un alloggio per trascorrere la notte e dove aveva lasciato i propri effetti personali, tra cui il cellulare. Il telefonino dell’uomo è stato effettivamente sequestrato dalle forze dell’ordine ed ora sarà analizzato. A confermare che Gaaloul si trovava effettivamente in Francia per lavoro davanti alle telecamere della trasmissione Quarto Grado è stata la sorella del 29enne. La donna, infatti, ha spiegato come Gaaloul avesse postato su Facebook un’immagine, una ‘storia’ che lo ritraeva mentre lavorava all’interno di un cantiere. Nei prossimi giorni, probabilmente, l’indagato si sottoporrà ad interrogatorio di garanzia per raccontare la propria verità.