Appalti pubblici, chiesto il processo per l’ex sindaco di Finale Emilia

Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per il primo cittadino Fernando Ferioli e altre 13 persone. Tra gli indagati anche due assessori e il capo dell’ufficio lavori pubblici

L'ex sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli

L'ex sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli

Modena, 6 settembre 2018 - La procura di Modena ha chiesto il processo per l’ex sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli, alcuni assessori e dipendenti comunali del suo mandato e diverse persone collegate ad associazioni del territorio, tra cui la bocciofila di Massa Finalese, per la maxi inchiesta sugli appalti pubblici che vede imputate 14 persone.

A poco più di due anni dalle perquisizioni dei carabinieri che, nell’aprile 2016, provocarono un terremoto politico e di fatto l’azzeramento della giunta, si concludono con una richiesta di rinvio a giudizio le indagini dei carabinieri. Tra le persone coinvolte compare in primis l’ex sindaco Fernando Ferioli accusato di abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falso ideologico e materiale.

Gli stessi reati di cui è accusato l’ex assessore alle Attività produttive Angelo d’Aiello, allora braccio destro dell’ex sindaco. Tra gli indagati anche l’ex assessore al Bilancio Fabrizio Reggiani e l’ex capo dell’ufficio lavori pubblici Giulio Gerrini già condannato, nel frattempo, per abuso d’ufficio nel processo Aemilia e altri dipendenti che lavoravano in vari uffici comunali.

Secondo l’accusa, l’ex sindaco Ferioli, con la complicità di alcuni assessori e altri dipendenti, avrebbe messo in piedi un sistema organizzato per garantire sempre ai soliti ‘amici’ la gestione di alcune attività quali la bocciofila di Massa Finalese, il bar nel parco di Quartiere Ovest, la fiera campionaria di aprile, il campo di addestramento cani.

L’amministrazione avrebbbe assegnato le attività senza regolare gara d’appalto e sarebbero stati falsificati atti e delibere di giunta per permettere a persone note di poter continuare a gestire i servizi. Sono quindi imputati anche coloro che sono ritenuti dagli inquirenti i beneficiari del presunto sistema di favori, tra cui Franco Ferrari e Dante Veratti, all’epoca presidente e vice presidente della bocciofila massese di Massa Finalese, fulcro dell’indagine.

Secondo l’accusa, per molti anni il Comune avrebbe affidato all’associazione presieduta da Ferrari la gestione di tutta la struttura di Massa – composta da bar, bocciodromo, campi da beach volley e sala Meridiana – senza alcun bando di gara. Dal 2011, anno di elezione di Ferioli, l’associazione avrebbe anche smesso di pagare gli affitti al Comune per la gestione del bar e del bocciodromo che, quindi, avrebbero generato guadagni senza alcuna spesa.

Nel mirino delle indagini anche l’organizzazione della fiera campionaria di aprile, che Ferioli avrebbe tentato di pilotare per assegnarla a una società del Ferrarese, la gestione di un campo di addestramento cani (anche questo sarebbe stato assegnato senza alcuna gara d’appalto, e la manutenzione del verde nel parco del Quartiere Ovest.