«Chioschi, offese al tribunale»

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«E’ GRAVE offesa alla magistratura lasciare intendere (come non si è trattenuto dal fare, in una recente dichiarazione alla stampa, l’assessore di allora) che il pubblico ministero (richiedendo il sequestro dei cantieri edilizi per reati procedibili d’ufficio ed esercitando poi l’azione penale), il Gip (disponendo il sequestro), il Tribunale del riesame, tre magistrati (confermando la misura cautelare) si siano fatti strumento della ‘fanatica e insensata volontà di Italia Nostra e del suo presidente’». Sono le parole dell’associazione Italia Nostra Modena, che interviene rispondendo, senza citarlo, all’ex assessore all’Urbanistica Daniele Sitta, che alcuni giorni fa su queste pagine ha definito l’odissea per riaprire i chioschi sul viali del parco una vicenda assurda.

«La revoca del sequestro dei cantieri edilizi fermati nel Parco della Rimembranza fu disposta nel giugno 2017, con la sentenza di assoluzione. Stupì che non fossero immediatamente ripresi i lavori. Ma il pubblico ministero aveva proposto l’appello e non era follia supporre che la Corte di Bologna avrebbe capovolto la decisione fondata dichiaratamente sulla mancata prova della norma oggetto della contestata violazione (proprio così: ‘Nel processo de quo non è stata raggiunta la prova certa di quale fosse la normativa applicabile in ragione della classificazione della zona interessata e delle opere di cui al progetto di riqualificazione’). La prudenza suggeriva dunque di confidare nei tempi della giustizia e attendere che maturasse la prescrizione dei due reati contestati (sono contravvenzioni). E irreparabilmente la prescrizione ha appunto chiuso la vicenda nello scorso gennaio».

«E’ grave offesa» alla magistratura, ribadisce Italia Nostra, lasciare intendere che la giustizia sia stata strumentalizzata. [ANCHE PERCHÉ][… E][…]Senza dimenticare, aggiunge l’associazione, che un professore emerito di fisiologia vegetale dell’Università di Bologna «aveva valutato permanenti i gravi danni già procurati al complessivo organismo vegetale anche con l’espianto e il problematico reimpianto altrove (di non pochi tassi centenari!) e specie agli alberi dell’intorno ai chioschi in costruzione, dove aveva constatato che ‘le radici tagliate sono centinaia’ e non sono certo rigenerabili in modo bilanciato. Era il parco consacrato alla memoria dei novecentosessanta cittadini modenesi caduti nella Grande Guerra. Non si dica più, anche ufficialmente, che questo è il Parco della Rimembranza».