Chirurgia mini invasiva, Modena corre Ecco nuovi strumenti all’avanguardia

L’azienda Cpc dona due colonne laparoscopiche che permettono di intervenire con grande precisione. Il direttore Piccoli: "Si riducono le complicanze post operatorie e si migliora la qualità della vita dei pazienti"

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di Paolo Tomassone

"Ho cominciato a occuparmi di chirurgia negli anni 90, quando un medico in sala operatoria aveva a disposizione un monitor e già pensavamo di vivere nel futuro. Adesso operiamo con telecamere che riportano su uno schermo immagini ad altissima risoluzione. Possiamo intervenire in modo più preciso su un organo riducendo molte complicanze post-operatorie per il paziente e migliorandone sensibilmente la qualità della vita. Qui non rincorriamo la tecnologia, ma la cavalchiamo". Racconta dei progressi degli ultimi decenni nella sanità modenese Micaela Piccoli, direttore della Chirurgia generale dell’ospedale civile di Baggiovara. È lei ad aver inaugurato le due nuove colonne laparoscopiche di ultima generazione donate dalla Cpc, il gruppo di via del Tirassegno specializzato nelle lavorazioni meccaniche nel settore dell’automotive e dell’aeronautica. Due ‘gioielli’ tecnologici che consentiranno di implementare l’attività di chirurgia mini invasiva, di cui Modena è ‘capitale’ in Italia. Per continuare a detenere questo primato – qui ha sede la Scuola di riferimento nazionale della Società italiana di chirurgia – non basta avere i migliori chirurghi in circolazione, servono strumentazioni moderne, molto costose e pertanto molto difficili da reperire nella sanità pubblica considerando anche gli annunciati tagli a livello nazionale. "Le due colonne per laparoscopia rappresentano il livello qualitativamente più alto attualmente a disposizione sul mercato per la chirurgia open e laparoscopiche con utilizzo dei sistemi di imaging avanzato – spiega Federico Silipo, referente del settore aree critiche del servizio di Ingegneria clinica dell’Aou –. Queste strumentazioni permettono la visualizzazione selettiva tramite un particolare mezzo di contrasto delle parti anatomiche di interesse per l’intervento permettendo così di individuare con precisione vasi, linfonodi e altre parti di interesse per il chirurgo". Diminuiscono così i tempi di un intervento chirurgico e i rischi che ogni intervento porta con sé. Si riduce, al tempo spesso, il periodo di degenza post-operatoria per la maggior parte degli interventi che ogni giorno vengono eseguiti a Modena. Con le due nuove colonne laparoscopiche sarà possibile registrare tutti gli interventi chirurgici e utilizzare le immagini a scopo didattico o nel corso di congressi e corsi di aggiornamento. "Grazie a queste moderne tecnologie – aggiunge Silipo – si possono istruire algoritmi di intelligenza artificiale per segnalare al chirurgo elementi di criticità o evolvere in futuro nell’attività chirurgica".