"Chirurgia nell’anziano, serve più formazione"

Gabriella Bettelli, anestesista, è direttore scientifico di un master avviato all’Università di San Marino

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I pazienti anziani che devono sottoporsi, per diversi motivi, a un intervento chirurgico hanno bisogno non solo di una particolare cura e attenzione da parte dei sanitari, ma anche di professionisti specilizzati che sappiano diagnosticare in tempo le diverse comnplicanze a cui possono andare incontro. Per questo è nato il Master in Medicina perioperatoria dell’anziano (rivolto a chirurghi, anestesisti, geriatri e infermieri con laurea magistrale) che è stato avviato presso l’Università della Repubblica di San Marino: la direzione scientifica è di Gabriella Bettelli, medico anestesista modenese che da diversi anni sta approfondendo gli studi in ambito geriatrico. La prima edizione, con allievi italiani, si è chiusa a dicembre 2021 mentre la seconda, aperta anche ad allievi stranieri, si conclude oggi. Il master affronta tutti gli aspetti collegati a un intervento chirurgico tra cui il ’delirium’ che può avere effetti devastanti anche sulle famiglie. Dopo aver lavorato all’ospedale Sant’Agostino di Modena con le équipe dei professori Vecchiati, Bignardi e Zanetti, Gabriella Bettelli dal 1984 è stata nominata Aiuto al servizio di Anestesia e rianimazione del Policlinico, poi nel 2008 è divenuta direttore dell’Unità operativa di Anestesiologia e successivamente del Dipartimento di Chirurgia geriatrica presso l’Istituto nazionale di ricovero e cura anziani (Inrca) di Ancona, l’unico ospedale italiano di ricerca a indirizzo geriatrico.

"Questo master è unico in Italia e si propone proprio di formare professionisti che riescano anche a lavorare in team perché quando parliamo di pazienti anziani parliamo di situazioni delicate che necessitano della ’collaborazione’ di più specialità – spiega Gabriella Bettelli – Il ’delirium’, ad esempio, si verifica nel 10-70% degli interventi sull’anziano e la frequenza è proporzionale all’entità dell’intervento e al numero dei fattori di rischio che il paziente presenta. Questi fattori di rischio –spiega ancora Bettelli – sono noti, spesso correggibili, ma purtroppo non vengono mai ricercati e corretti prima dell’intervento: nel 40% dei casi il ’delirium’ potrebbe essere prevenuto".

Ma come si presenta il ’delirium’? "In tre forme: ipoattiva, iperattiva o mista. La prima forma –spiega Bettelli – è più difficile da individuare perché il paziente appare tranquillo, non disturba, non si agita. Le conseguenze sono spesso severe e si va da una compromissione transitoria dello stato di coscienza a un deterioramente cognitivo permanente e addirittura la morte. I costi del ’delirium’ sono elevati e sono dovuti a un allungamento della durata del ricovero ospedaliero, alla necessità di trasferimento in una struttura assistenziale per non parlare dei costi in termini di qualità della vita per il paziente e i suoi familiari".