"Chirurgia, siamo un’eccellenza Ma servono altre sale operatorie"

Il direttore generale di Policlinico e Baggiovara, Claudio Vagnini: "Necessari fondi per fare investimenti"

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di Paolo Tomassone

Il Policlinico di Modena "è diventato un centro di fama internazionale" e lo possono confermare i chirurghi arrivati in questi giorni dall’India, dalla Turchia e da Singapore per specializzarsi nell’utilizzo dei robot e nelle più innovative tecniche di chirurgia dei trapianti guidati dall’esperienza del direttore della Chirurgia Oncologica, Di Benedetto, e del collega di Sandro. La loro équipe medica ha raggiunto un nuovo primato: a distanza di dieci giorni sono stati eseguiti due trapianti combinati su due pazienti ai quali sono stati trapiantati prima il fegato e, a distanza di appena quaranta ore, un rene. Ne abbiamo parlato con il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, Claudio Vagnini.

Direttore Vagnini, da via del Pozzo ancora un primato.

"È merito prima di tutto della professionalità dei nostri operatori. L’utilizzo del robot garantisce interventi chirurgici meno cruenti e riduce al massimo la permanenza dei pazienti in ospedale. Questi ultimi due trapianti combinati, molto complessi, caratterizzano ancora di più il nostro centro trapianti che è diventato un centro di fama internazionale. Per questo stanno venendo a formarsi qui a Modena chirurghi della trapiantologia indiani, turchi e da Singapore".

È orgoglioso di questi risultati?

"Certamente. Però noi abbiamo bisogno di essere aiutati sul piano economico per fare alcune scelte operative importanti. E inoltre occorrerebbe una maggiore attenzione da parte del privato e dei singoli cittadini".

Che tipo di scelte?

"Per esempio la realizzazione di nuove sale operatorie al Policlinico e a Baggiovara. I progetti sono già stati approvati, ma necessitano di finanziamenti importanti, non meno di 10 milioni di euro. Non ci sono alternative: per aumentare l’attività chirurgica di quest’azienda abbiamo bisogno di nuove sale. Questo è un tema condiviso con la politica e le istituzioni locali. So bene che il sistema sanitario è in difficoltà perché non sono ancora arrivati i soldi dal ministero per coprire le spese sostenute durante la pandemia. Spero che arrivi una risposta prima delle elezioni: noi abbiamo speso cifre importanti per poter curare i nostri cittadini dal Covid e ora chiediamo che ci venga dato quello che ci è dovuto, niente di più. Questo per noi è il punto nodale".

Lei è stato recentemente riconfermato alla guida dell’Aou. Nello stesso periodo sono state nominate la direttrice generale e la direttrice sanitaria dell’Ausl. Come procede il lavoro?

"Con loro abbiamo già iniziato a confrontarci per vedere come far sì che Baggiovara e Policlinico si integrino completamente. Un tema che, naturalmente, viene condiviso con i sindaci sul territorio. Ho trovato grande disponibilità anche tra ospedalieri universitari".

Ci può fare qualche esempio? "La professoressa Gelmini, con la sua equipe di chirurgia generale, da alcune settimane opera a cinque sedute alla settimana su Vignola; questo naturalmente porta grande soddisfazione all’ospedale di Vignola ma anche ai nostri professionisti che sono a lavorare sul territorio. La stessa cosa abbiamo intenzione di ripeterla a Mirandola e a Pavullo dove ci è stata avanzata una proposta dalla neurochirurgia per poter operare anche lì".

È un auspicio per il futuro?

"Stiamo già lavorando per arrivare alla realizzazione di dipartimenti interaziendali tra Ausl e Aou. Intanto, per continuare con gli esempi, stiamo aiutando il punto nascita di Mirandola che è in difficoltà per carenza di personale. Stessa cosa la stiamo facendo per i Pronto soccorso di Mirandola e Carpi. E abbiamo nostri specializzandi sparsi sia sulla provincia di Modena che su quella reggiana. Sono piccoli segni che rappresentano la relazione positiva perché noi siamo un tutt’uno nella realtà modenese e l’obiettivo è quello di lavorare al meglio insieme".