Chiuso il negozio di cannabis light

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CANNABIS light non così ‘leggera’. È scattato ieri il provvedimento di sospensione della licenza, per la durata di un mese, nei confronti di un negozio che vende prodotti derivati dalla canapa, situato in viale Medaglie d’Oro. A notificarlo al proprietario sono stati gli uomini della squadra mobile, insieme ai colleghi dell’amministrativa, poichè, secondo le analisi effettuate su alcuni campioni sequestrati all’interno dell’esercizio, 11 conterrebbero una percentuale del principio attivo stupefacente superiore al limite consentito dalla legge. (Il thc sarebbe dunque risultato oltre lo 0,6%). I controlli della polizia nel negozio di cannabis light sono scattati a gennaio, nel corso di un’attività di monitoraggio degli esercizi pubblici che commercializzano al dettaglio prodotti a base di cannabis sativa. In quell’occasione gli agenti avevano sottoposto a sequestro probatorio numerose confezioni di estratti di canapa e di infiorescenze essiccate, sulle quali non erano indicati né la filiera produttiva né il principio attivo. Dagli accertamenti effettuati dai periti nominati dalla procura, le analisi avrebbero poi confermato valori più alti del principio attivo. Il legale che difende i titolari del cannabis shop, l’avvocato Carlo Alberto Zaina, esperto in materia, spiega come sia in procinto di presentare ricorso al Tar. «Intanto siamo in attesa della pronuncia delle sezioni unite perchè in realtà, ad oggi, esiste una pronuncia del tribunale della libertà che spiega come questo tipo di sostanza si possa commerciare – afferma – noi alle loro analisi non abbiamo partecipato ma risulterebbe un valore pari a 0.88 e – continua l’avvocato – le perizie svolte in generale dai consulenti dei pm spesso si sono rivelate fallaci. Inoltre ritengo sia un provvedimento eccessivo, molto demagogico e che, soprattutto, rappresenti una negazione dello Stato di diritto. Credo che a Modena ci siano problemi di ordine pubblico ben superiori. È bene educare i giovani a non avvicinarsi a sostanze ritenute illegali ma non è questo il caso e nessuno si prende a cuore l’informazione: tutti scelgono la repressione».

INTANTO sono state chiuse le indagini relative ad un altro sequestro: quello effettuato dalla guardia di finanza all’interno del Canapaio di via Cesare Costa. Le fiamme gialle avevano sequestrato nel Growshop quasi quattro chili di fiori di cannabis per un valore di oltre 15mila euro. Ora il gestore Alberto Tommasini risulta indagato, in concorso con la proprietaria dello shop, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Entrambi rischiano di finire a processo. «Noi siamo perfettamente in linea con quanto prevede la legge 242 del 2016: il valore di Thc non supera lo 0,6%. Mai avuta nel mio negozio cannabis illegale e, soprattutto, abbiamo inviato i campioni sequestrati in un altro centro dove hanno confermato come tutto fosse a norma».