"Ciak sul ’mio’ Drake, che emozione Nel cast ci saranno attori incredibili"

La serie è ispirata al libro di Luca Dal Monte: "Era un uomo di una generosità unica, lo dimostrò anche in guerra"

Migration

di Paolo Tomassone

"Ho ancora la pelle d’oca. Sapere che a novemila chilometri di distanza stanno scrivendo qualcosa che ha a che fare con te e il tuo lavoro, è un’emozione che fatico a descrivere". A parlare è Luca Dal Monte, un professionista che ha trascorso gran parte della propria vita accanto a un mito dell’automobilismo, il Drake, e che di emozioni ne ha provate parecchie accanto ai bolidi più invidiati al mondo come direttore della comunicazione alla Ferrari e alla Maserati. Questa volta è diverso. La notizia che il Premio Oscar Paolo Sorrentino produrrà la serie su Enzo Ferrari ha sconvolto anche l’autore del romanzo biografico ‘Ferrari Rex’ a cui la serie s’ispira.

Una sorpresa anche per lei?

"Sapevo che sarebbe uscita prima o poi la notizia perché ero al corrente del progetto, ma vederlo scritto su Variety, che è considerata la bibbia dell’entertainment americano, fa un certo effetto. Alcuni amici di Los Angeles mi hanno girato il primo lancio, poi la notizia ha fatto il giro del mondo: mi sono arrivati messaggi dalla Francia, dalla Spagna... non so ancora come spiegarlo, è una cosa meravigliosa".

Il suo libro è stato definito dal New York Times ‘la biografia definitiva di Enzo Ferrari’.

"Sì, ma per quanto il libro possa aver avuto successo, è pur sempre rivolto a un pubblico ridotto. In questo caso la storia diventa il soggetto di una serie tv, uno strumento che gode del massimo successo in questi anni. Sapere poi che la sta scrivendo Steven Knight, una persona meravigliosa che ho apprezzato per ‘Peaky Blinders’, mi fa davvero sentire su un altro pianeta".

Lei è sicuramente informato: a che punto è la scrittura della storia?

"Alcune puntate sono già state scritte. Posso solo dire che sta completando la sceneggiatura. Io ho un contratto di consulenza per la coerenza storica. Assieme a Steven rivedo le sceneggiature e nel caso discutiamo qualche particolare. Ma lui è un uomo meticoloso, ha fatto le sue ricerche, ne abbiamo parlato tanto prima ancora che iniziasse a scrivere. Al di là della sua bravura a scrivere, ha capito quello che secondo me era Enzo Ferrari".

E come lo descriverebbe?

"Enzo Ferrari ha vissuto 90 anni di cui 70 da raccontare, basti pensare che la sua prima gara è stata nel 1919 e da quell’anno fino al 1988 è sempre stato sui giornali e al centro dell’azione. Spesso ci si ferma su alcuni suoi tratti, come sul fatto che fosse un uomo burbero. Ma era una persona di una generosità incredibile, basta parlare con i suoi collaboratori, con le persone esterne l’azienda, ma anche con soldati suoi compagni durante la Seconda Guerra Mondiale per averne la conferma. Era un grande imprenditore, ma non era solo quello. È stato un uomo di una complessità incredibile e affascinante, che va molto al di là dei soliti stereotipi".

Quando sarà pronta la serie?

"Come le dicevo stanno scrivendo le sceneggiature e stanno già lavorando sul cast del quale non si può dire ancora nulla".

Nemmeno qualche indizio?

"Posso solo dire che produttore e regista stanno valutando dei nomi straordinari. Non entro nel merito delle scelte che stanno facendo, anche perché sono dei nomi talmente incredibili per uno come me che è nato a Cremona".

Naturalmente le scene verranno girate tra Modena e Maranello.

"Sì certo. Assieme a uno dei produttori esecutivi, Giulio Marantonio, a inizio marzo sono andato dal sindaco Muzzarelli per anticipargli di questa possibilità".

E che reazione ha avuto?

"Ci ha assicurato pieno appoggio, ha dimostrato grande disponibilità come sempre. Lui è molto legato al mondo dell’auto e abbiamo collaborato insieme quando ero in Maserati per organizzare il primo Motor Valley Fest".

E a Maranello?

"Alla fine di marzo siamo stati al dipartimento Ferrari Classiche, perché sulla scena si dovranno usare delle vetture del periodo. Il periodo che va dalla tragica morte del suo primogenito Dino alla fuga di Fangio nel 1961, quando Ferrari ha rimesso in piedi la squadra dal nulla: la ‘Ferrari primavera’ come la descrissero poi i giornalisti".