"Cibo e motori, siamo il centro del mondo"

Massimo Bottura: "Dobbiamo creare una sinergia straordinaria tra tutta l’Emilia e per farlo basta sostituire la ’o’ con la ’e’"

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di Paolo Tomassone

Dopo quattro edizioni il Motor Valley Fest è maturo. È pronto a fare un salto. "Modena deve creare sinergie con Mister Indianapolis (Roger Penske) e il circuito inglese Goodwood, per chiudere il triangolo dei posti più iconici del mondo".

Massimo Bottura ai fornelli, in sella alla sua Ducati Panigale V4 o alla guida della Maserati e della Ferrari dà sempre del gas. Vola alto e vuole esportare gli ingredienti magici di questo territorio in tutto il mondo. Altro che Silicon Valley, dove si formano i grandi imprenditori e dove le aziende nascono e muoiono nel giro di qualche mese. Solo noi, qui nell’arco di 40 chilometri, siamo in grado di "generare il futuro a partire dal nostro passato". Ma questa è la fine della storia, procediamo per gradi.

Massimo Bottura, si è riposato dopo la maratona del Motor Valley Fest?

"Mamma mia, quanti incontri, performance, concorsi di bellezza, sfilate delle due ruote più belle del mondo… Sono stati giorni intensi, pieni di bellezza e di musica, sì musica perché quando senti certe auto e certe moto sfilare è musica per le nostre orecchie".

Poi la musica s’interrompe e i riflettori si spengono.

"Ecco, la cosa importante è che ci sia la volontà di tutti a continuare, ad andare avanti e a crescere. Io il futuro me lo immagino così: creare a Modena una sinergia con gli eventi più importanti al mondo, perché Modena ha la possibilità di essere al centro del mondo. Bisogna fare una partnership con Indianapolis, con Mister Penske, e con il circuito di Goodwood in Inghilterra: Modena deve chiudere il triangolo dei posti più iconici del mondo. Dobbiamo creare sinergia e condivisione per poter dare la possibilità a tutti i grandi appassionati del mondo di venire, di viaggiare e condividere questa bellezza".

Lei parla di motori e non cita mai il cibo, perché?

"Io vent’anni fa per descrivere Modena ho coniato la frase ‘Sloow food and fast cars’. Modena è al centro di questo luogo pazzesco, dove ci sono in 40 chilometri dalla Ducati alla Maserati, dalla Lamborghini alla Ferrari, dalla Pagani alla Dallara. In questo luogo meraviglioso c’è anche il Parmigiano, l’aceto balsamico, la mortadella, il prosciutto, il culatello e abbiamo più Dop e Igp di ogni altro stato europeo. C’è talmente tanta roba da descrivere che il cibo lo lascio fuori perché lo do per scontato".

Quindi dobbiamo continuare a insistere sul binomio cibo-motori?

"È una cosa straordinaria, è una sinergia pazzesca. Anche in questi giorni ho ricevuto messaggi da persone abituate a viaggiare nei posti più belli del mondo che hanno cantato le lodi di una città come Modena, della luce, dei suoi colori, della bellezza e dell’ospitalità. Noi modenesi siamo gente ospitale, che fa dell’ospitalità il suo punto di forza".

Alla cena nello scenario affascinante del Palazzo Ducale lei ha parlato di un altro binomio e ha toccato antiche diatribe di ‘campanili’.

"Ho detto che per creare un futuro ancora migliore e una sinergia straordinaria tra tutta l’Emilia basta sostituire la ‘o’ con la ‘e’. Non è più ‘Ferrari o Maserati’, ma ‘Ferrari e Lamborghini’, ‘Maserati e Ducati’, ‘Pagani e Dallara’, ‘tortellini di Modena e Bologna’. Un nuovo approccio, di condivisione, dove vincono le diversità di ognuno di noi".

Quando una cosa funziona c’è sempre il timore che qualcuno arrivi e la porti via. Il Motor Valley Fest di chi è?

"Il Motor Valley Fest deve essere a Modena. Perché dovrebbe essere spostato da altre parti? Qui c’è Ferrari, Maserati, Pagani - per citare solo i grandi marchi - ma attorno a questi c’è un’infinità di piccole e media aziende uniche al mondo, senza di loro non sarebbe possibile per questi mitici giganti fare quello che fanno. Attorno a questo mondo ci sono carrozzerie che battono ancora la lamiera in un modo straordinario o chi crea i serbatoi più sicuri e leggeri del mondo. Modena è la sede naturale di tutto questo e quindi del Motor Valley Fest".

Qualche giorno fa il ceo di Gucci, Marzo Bizzarri, suo compagno di scuola, incoraggiava i giovani a essere curiosi e a circondarsi di persone buone. Lei che messaggio vuole lanciare?

"Uno dei figli di Peter Gabriel, il grande musicista dei Genesis, vuole fare lo chef e l’altro giorno mi ha chiesto un consiglio. Gli ho detto di viaggiare, viaggiare con gli occhi e le orecchie aperte, per imparare tutto quello che si può senza dimenticarsi mai chi sei e da dove vieni".

In Osteria Francescana c’è un nuovo menù che si chiama ‘Vieni in Italia con me’. Cosa ha inventato questa volta?

"Dopo aver fatto un menù dedicato alla nostra storia abbiamo fatto un menù dedicato a tutti i grandi chef dagli anni 50 ai 90. Una volta conosciuto il passato possiamo creare il futuro. È un menù che guarda l’Italia non più con i localismi e i territori, un paese visto con gli occhi curiosi di un bambino, da sotto il tavolo, che guarda tutto da una prospettiva diversa. Il panettone è all’inizio e invece di essere con i canditi è con il cotechino e le lenticchie e si finisce con lo spaghetto che è un viaggio lungo l’Italia dal Piemonte fino a Pantelleria. Questo per me è il futuro: guardare il passato in chiave critica ma mai nostalgica, per portare il meglio del passato nel futuro, senza più barriere, localismi e nostalgia".