Cicale a Modena. "Il canto assordante è più rumoroso di un tagliaerba"

L’esperta dell'UniMoRe. "E' il loro richiamo d'amore. Arrivano anche a 80 decibel, ma a Ferragosto non ci saranno più"

Le cicale quest’anno sono molto numerose

Le cicale quest’anno sono molto numerose

Modena, 20 luglio 2018 - Con un po' di romanticismo si potrebbe dire che è tutta una questione di... cuore. La cicala si fa sentire così forte perché cerca una ‘donna’, una compagna con cui riprodursi prima di terminare il suo ciclo vitale.

In tanti segnalano, in queste calde settimane, un assordante frinire (il caratteristico verso delle cicale), decisamente più forte rispetto agli anni passati. Abbiamo chiesto a un’esperta, l’entomologa dell’Università di Modena e Reggio Emilia Lara Maistrello, di spiegarci perché.

E’ vero che le cicale, quest’anno, si fanno sentire più forte? «Non ho eseguito particolari misurazioni, ma ‘a orecchio’ posso dire che è così. Qui all’università siamo immersi nel verde e per fare una chiamata su Skype, poco fa, sono stata costretta a chiudere le finestre».

Stando alla nostra misurazione il frinire arriva anche a 80 decibel. «Non mi stupisce: la letteratura scientifica dice che alcune cicale australiane possono arrivare anche a 100 decibel. E’ senza dubbio l’animale più ruomoroso, più di un tagliaerba per intenderci. Tra l’altro col tagliaerba condivide alcune frequenze: ecco perché a volte quando lo si utilizza le cicale femmine vengono attratte».

Come mai ci sono anni in cui il rumore è più forte? «La spiegazione è legata ai loro cicli vitali. Le cicale da giovani vivono sotto terra, succhiano il nutrimento di cui hanno bisogno. Restano ‘nascoste’, in queste zone, tre o quattro anni circa. Quando sono mature escono e si arrampicano sugli alberi, sbarazzandosi della loro ‘corazza’. A quel punto il loro unico scopo è riprodursi, e devono farlo in fretta perché non resta loro molto tempo da vivere».

Le cicale friniscono per richiamare la femmina
Le cicale friniscono per richiamare la femmina

E il canto serve ad attirare le femmine, giusto? «Sì. I maschi cantano all’unisono. E’ possibile che il primo a essere scelto sia quello che canta più forte. Ecco perché vanno ‘a più non posso’».

C’è chi si dice infastidito. Che ne pensa? «Bisogna sopportare, anche perché – vedrete – a Ferragosto sarà finito tutto. In fondo è un canto d’amore. E poi il rumore è davvero assordante nelle pinete, o negli uliveti, ma basta spostarsi poco più in là ed è già più sopportabile. A mali estremi si possono usare i tappi per le orecchie. Di certo non si possono mettere a tacere: sono animali innocui, molto belli se visti da vicino, che non danneggiano in alcun modo gli esseri umani o le coltivazioni. Usare insetticidi ad ampio spettro, dal momento che non ne esistono di specifici, sarebbe gravissimo. Si andrebbe a rompere un equilibrio».

A proposito di equilibri, in questi ultimi anni si è parlato molto della cimice asiatica, un insetto che ha fatto gravi danni nei frutteti del nostro territorio. Cosa è successo esattamente? Quale equilibrio è stato spezzato in questo caso? «Conosco bene l’argomento perché abbiamo individuato proprio qui la prima cimice asiatica in zona. Me la portò uno studente a un esame. L’arrivo della cimice asiatica, probabilmente al seguito di un carico di merci dall’Oriente, è un esempio di come la globalizzazione abbia influito negativamente sugli equilibri di cui parlavamo. Che sono molto difficili da ripristinare».

In che senso? «In natura ci sono milioni di anni di coevoluzione che fanno sì che, per dirla in modo semplice, ‘per uno che mangia, c’è uno che se lo mangia’. Questo non vale per la cimice asiatica, che qui non ha un antagonista specifico. E mangia qualsiasi frutto, riproducendosi a un ritmo impressionante. Ecco perché ha fatto così tanti danni».