Rabbia al Cimone: "Comuni esclusi dai ristori"

I sindaci di Fanano, Sestola e Riolunato chiedono aiuti: "Azzerati gli incassi dagli impianti sciistici ma alti costi per pulire strade e parcheggi"

Cade la neve ma gli impianti restano chiusi

Cade la neve ma gli impianti restano chiusi

Modena, 4 gennaio 2021 - Dall’Appennino modenese parte una richiesta di aiuto diretta al Governo centrale e a quello regionale. Sono i sindaci dei Comuni di Fanano, Sestola e Riolunato, i cui territori fanno parte del comprensorio sciistico del Cimone, a far sentire la loro voce. Lamentano che nessuno pensa a loro in questo momento particolare, che sono esclusi dai ristori nonostante abbiano perso ingenti incassi del periodo invernale e, per contro, stanno sostenendo costi di centinaia di migliaia di euro per garantire i servizi. "Ora ci arrivano i fondi vincolati a spese legate all’emergenza sanitaria Covid i cui utilizzi sono specifici" dice Daniela Contri, sindaco di Riolunato che elenca numerose perdite che restano ’scoperte’: "Con le stazioni sciistiche chiuse ci manca la percentuale sugli incassi della libera disponibilità dei suoli sui quali sorgono gli impianti che, a seconda delle stagioni, variano dai 70 ai 100 mila euro. Inoltre, non abbiamo introiti dai parcheggi, che però dobbiamo tenere puliti dalla neve. Le minori entrate incidono soprattutto sulla parte corrente del bilancio e ci mettono in difficoltà. Il nostro è un piccolo comune e abbiamo concesso alle attività economiche sgravi sulla Tari e altro, attingendo a fondi di bilancio". Marco Bonucchi , s indaco di Sestola, chiarisce subito che i ristori per le attività economiche, per gli impianti da sci e per il turismo sono sacrosanti, "ma – dice – devono essere certi e rapidi perché le aziende ne hanno necessità". Poi guarda alle casse del Comune. "Ci si è dimenticati però degli enti pubblici, i Comuni sembrano abbandonati a loro stessi. Soprattutto in questo momento, i Comuni del Cimone hanno sopportato costi ingenti. Io mi auguro che si prevedano ristori e auspico che la Conferenza Stato Regioni metta mano alla grande ingiustizia del prelievo dell’Imu ai comuni del territorio montano modenese, che è un furto, e non credo che i nostri siano i comuni più ricchi. A Sestola, quest’anno, lo Stato trattiene un milione e cento mila euro dalla riscossione Imu. Anche in questo periodo di restrizioni Covid abbiamo sostenuto alti costi per spalare la neve, per pulire i parcheggi e per altro. Al Lago della Ninfa, dall’inizio delle precipitazioni, sono caduti quattro metri di neve, come risulta dalle rilevazioni del Carabinieri forestali. In una stagione buona, il Comune di Sestola incassa 150 mila euro dai parcheggi in quota e almeno 150 mila euro dalla libera disponibilità dei suoli". Incassi mancati che incidono pesantemente. Situazione fotocopia a Fanano, dove, fra l’altro, il Palaghiaccio è chiuso e nelle casse comunali mancano 25 mila euro di introito. "Le strutture sportive non pagano l’affitto perché chiuse – spiega il sindaco Stefano Muzzarelli – e abbiamo alti costi legati alla neve. Quando nevica in pianura è allarme, scatta l’emergenza, e arrivano aiuti. Noi non abbiamo nessun fondo ristoro nemmeno per la neve. Io ho chiesto più volte, senza ottenere soddisfazione, risorse per la spalatura che ci costa 100 mila euro all’anno. Il fondo di solidarietà ci penalizza, non abbiamo entrate, non abbiamo più disponibilità nella parte corrente del bilancio, non possiamo fare mutui. É dura amministrare in questa situazione. Ci servono risorse sulla parte corrente. Quest’anno, se si ripartirà, tutti si aspetteranno grandi cose, manifestazioni estive importanti e altro, ma con quali fondi le finanzieremo se non ne abbiamo?".