«Cippi distrutti, un gesto che fa male»

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A DUE giorni dal grave oltraggio ai cippi che ricordano Odino Artioli e Gino Bruni, giovani partigiani uccisi dai nazifascisti, ieri il sindaco di San Prospero Sauro Borghi ha invitato gli altri primi cittadini della Bassa, i familiari di Artioli e Bruni e tutta la cittadinanza ad un incontro in municipio. La partecipazione è stata tanta al punto che la sala del consiglio non è riuscita a contenere tutti i presenti.

«Siamo qui per dare un segnale forte al vilipendio accaduto due giorni fa – ha detto Borghi –. Le forze dell’ordine stanno indagando per risalire ai colpevoli del vile gesto. Il primo pensiero va ai parenti dei due partigiani. Le lapidi sono già state portate alla ditta che deve sistemarle».

La parola, poi, è passata ai familiari dei due partigiani. «E’ un gesto che fa male – ha detto Stefano, nipote di Artioli –. Mi chiedo se chi ha compiuto questo oltraggio sia un uomo. Hanno cercato di scardinare l’idea che quel monumento rappresenta, ma non ci sono riusciti». «Non si è trattato di una bravata – precisa con forza la sorella di Artioli, che ha ricordato anche l’ultimo saluto al fratello prima della tragica fine – perché i cippi si trovano in luoghi isolati. Ci sono dei mandanti».

Dura condanna dell’accaduto da parte di Anpi. «Quando succedono questi fatti – ricorda Lucio Ferrari, presidente della sezione provinciale dell’associazione partigiani – si parla di ‘ragazzate’ o vandalismi, invece si è trattato di un atto politico vigliacco al quale dobbiamo rispondere con democrazia, consapevolezza, informazione e cultura». Dopo l’incontro in municipio, i partecipanti sono andati a rendere onore ai cippi, davanti ai quali hanno intonato ‘Bella Ciao’.

Secondo indiscrezioni, i cippi commemorativi sarebbero stati divelti con un palo rubato dai ‘vandali’ dal cortile di una vicina abitazione.

a.g.