"Città futura a 38 rioni? Solo chiacchiere Più parchi condominiali e meno villette"

L’ex assessore Sitta commenta la classifica delle realtà a misura di passeggiata e il programma dell’amministrazione in vista del Pug "I servizi ’a portata di piede’ sono in centro storico e in zona musicisti. Altrove c’è minore densità abitativa e quindi poche attività"

Migration

di Gianpaolo Annese

"Gli unici quartieri davvero a misura di pedone sono il centro storico e la zona Musicisti, il resto sono gioiellini dal punto di vista architettonico e paesaggistico, ma non hanno un numero sufficiente di abitanti per consentire l’insediamento e la vita di attività commerciali, artigianali e sociali". Secondo uno studio nazionale di cui abbiamo dato conto ieri Modena rientra nella top 15 delle ‘città dei 15 minuti’ nelle quali ogni cittadino in media può raggiungere a piedi o in bici i servizi principali. L’ex assessore Daniele Sitta tuttavia, in vista della imminente definizione del Pug, mette in guardia l’amministrazione comunale.

Sitta, Modena resta comunque un esempio virtuoso di sviluppo urbanistico a partire dai decenni passati.

"Sicuramente è cresciuta meglio rispetto ad altre città, ma ritengo in generale che il modo in cui si è costruito negli ultimi 50 anni non va bene. A Modena prevalgono quartieri edificati bene, gioiellini dal punto di vista dell’immagine, della tranquillità, del paesaggio, ma non sono pezzi di città, restano delle periferie".

In che senso?

"Hanno una densità abitativa talmente bassa che non consentono l’insediamento di attività commerciali o artigiane, oppure iniziative che favoriscano la vita sociale".

E che densità abitativa dovrebbe esserci in un quartiere perché possano nascere attività di questo genere?

"Il calcolo che viene fatto è che per avere servizi raggiungibili a piedi o in bici nel raggio di 500 metri occorre una densità abitativa di almeno tremila abitanti. Altrimenti nessuno ha interesse ad aprire un’attività. Ma è uno scenario che si scontra con una mentalità e una cultura a Modena ancora molto diffusa. Ed ecco allora che si moltiplicano i grandi centri commerciali che però sono raggiungibili solo in macchina. A Modena ci sono solo due esempi che rispondono all’idea di città a misura di pedone: il centro storico e la zona Musicisti".

Qual è invece un esempio di quartiere armonioso ma poco ‘vivo’ dal punto di vista sociale e commerciale?

"Direi il Polo Leonardo e la prima parte di via Fratelli Rosselli: nei quartieri ad alta densità abitativa si contano grossomodo 150 alloggi per ettaro, lì invece siamo sui 30-40, troppo poco. Tra l’altro nei quartieri poco abitati tutto diventa più complesso. Si pensi al trasporto pubblico: si costringono gli autobus a percorrere chilometri e chilometri per pochi passeggeri. Insomma tutto il contrario di città compatta".

L’amministrazione ha lanciato la città dei 38 rioni, tutte le zone a misura di cittadino.

"Mah, sinceramente credo che siano chiacchiere. Occorre un cambio di mentalità radicale. Intanto occorre prevedere nuova edilizia sociale per giovani coppie a costi alla portata, uno sviluppo abitativo più in altezza che in larghezza, così appunto da densificare di più le zone. Ma questo programma si scontrerebbe con chi propugna invece ancora una città di villette a schiera da 150 metri quadri. Inoltre c’è un discorso a parte che riguarda i parchi".

Prego.

"A Modena dimentichiamo che ne abbiamo ben 120 e tra l’altro sono un onere particolarmente impegnativo per il Comune. È arrivato il momento di fare delle scelte: puntare sui parchi di grandi dimensioni, da almeno 100mila metri quadri (come parco Ferrari, Amendola) dotati però di servizi: in queste aree non ci si va solo per passeggiare, ma sarebbero opportuni punti ristoro, luoghi di intrattenimento, così da garantirne il presidio. L’altro aspetto sarebbe la diffusione dei ‘parchi condominiali’".

Di cosa si tratta?

"Abbiamo degli esempi nel terzo Peep di via Morane. Edifici costruiti con l’affaccio sulla strada e che all’interno hanno un’area verde privata ma aperta al pubblico, una corte, gestita dai condomini che hanno tutto l’interesse a prendersene cura e a vivere in un contesto vivibile e piacevole. L’importante è eliminare le soluzioni medie, quei parchi di 3-4 mila metri che diventano terra di nessuno: nessuno ci porta i figli a giocare".