Colpo all’isola ecologica Archimede

Banda su un furgone fugge con scarti in ferro. Il fenomeno è in costante crescita, alimentato dal mercato nero

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di Valentina Reggiani

Non sollevano allarme sociale, poichè non colpiscono la sfera privata. Eppure sono quotidiani e potenzialmente pericolosi, i colpi nelle isole ecologiche in città e provincia. Pericolosi in quanto spesso il materiale scartato dai malviventi – che puntano per lo più a rame, oro rosso, ghisa e materiale ferroso – viene abbandonato nei campi non distanti dalle aree depredate. L’ennesimo episodio è stato messo a segno venerdì pomeriggio nell’isola ecologica Archimede di via Germania che spesso ‘attira’ le bande. In tre, a bordo di un furgone hanno portato via materiale ferroso e lavatrici. Ad accorgersene è stato l’addetto che lavora all’interno dell’isola ecologica che, dopo aver notato movimenti sospetti, ha sorpreso i fuggitivi a bordo del mezzo bianco, dove avevano appena caricato un po’ di tutto.

Subito è scattato l’allarme alle guardie di vigilanza privata che hanno provato a raggiungere i balordi. La segnalazione è poi passata alla polizia municipale che sta ora effettuado accertamenti in merito. Pare infatti che il furgone in questione sia stato individuato in un campo nomadi poco distante. Ma le ‘visite’ alle stazioni sono continue: nei giorni scorsi i vigilantes sono più volte intervenuti per alla stazione ecologica di Viale Piersanti Mattarella, depredata di continuo. Non parliamo infatti di episodi isolati ma di vere e proprie bande composte per lo più da nomadi che agiscono da tempo sul nostro territorio, avvalendosi probabilmente di aziende compiacenti che permettono loro di piazzare il materiale.Che tipo di materiale? Quello non trattato, in particolare ghisa o rame che finisce sul mercato nero con un giro d’affari piuttosto importante. Nonostante le continue razzie non sempre i furti vengono denunciati. Questo perchè nei mesi scorsi, come riportato in un’inchiesta su queste pagine, gli stessi addetti delle isole ecologiche hanno subito minacce: una decina di casi almeno. Non solo: quando hanno provato a fermare i malviventi, sopresi ad allontanarsi col bottino, hanno subito il danneggiamento delle proprie auto.

Hera, a fronte della pericolosa situazione, era intervenuta in merito non solo denunciando la situazione alle forze dell’ordine, ma pure confermando di essere a conoscenza di diversi episodi avvenuti presso le stazioni. «La prima preoccupazione – aveva dichiarato l’azienda – è per l’incolumità delle persone impiegate in queste strutture, per tutelare le quali vengono periodicamente attivati servizi di controllo e vigilanza privata e regolarmente fatte le segnalazioni agli organi competenti». Come detto si tratta di furti che non colpiscono intimamente il cittadino, ma che inevitabilmente lo danneggiano. Le stazioni ecologiche sono un tassello fondamentale per un corretta gestione del ciclo dei rifiuti urbani: qui confluiscono tutti quei materiali che non vengono gestiti con la raccolta stradale, come residui di vernici e solventi, materiali derivanti da piccoli lavori di ristrutturazione, rifiuti ingombranti e Raee. Alcuni di questi rifiuti, che la normativa impone di smaltire secondo procedure rigorose, sono quelli che fanno gola ai malintenzionati che solitamente abbandonano gli scarti nell’ambiente, inquinandolo. I continui colpi non solo preoccupano gli addetti, che temono per la propria incolumità, ma confermano come la filiera del mercato nero di materiali quali rame, ghisa, piombo, olii sia sempre più fiorente. Tre anni fa i carabinieri di Carpi avevano notato irregolarità negli ingressi e nelle uscite di materiale da smaltire nel centro di raccolta Aimag. A seguito del monitoraggio dei movimenti alle isole ecologiche la scoperta di un vero e proprio traffico di rifiuti illeciti con l’arresto di cinque persone.