«Commissione sugli affidi, un’assurdità il Pd al timone»

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«LA NOMINA di Boschini alla guida della commissione d’inchiesta sui casi dei minori sottratti alle famiglie naturali è per noi, politicamente, come la nomina del Conte Dracula alla Presidenza dell’Avis».

Usa l’ironia, il senatore di Forza Italia Enrico Aimi, per esprimere il suo secco no alla scelta di un esponente del Partito democratico al timone della commissione chiamata a mettere sotto la lente il meccanismo degli affidi nella nostra regione.

«Evidenziamo subito – prosegue l’azzurro – che non abbiamo nulla, figuriamoci, contro Boschini, persona capace e retta, ma nutriamo forti dubbi sulla sua reale agibilità politica. Peraltro è un presidente con il timbro di scadenza ben stampato sulle spalle: in Regione si voterà a novembre o, al massimo, a gennaio. Un tempo evidentemente troppo breve anche solo per recuperare tutti gli incartamenti. Si tratta in realtà – continua – di un fumogeno, quelli da stadio, lanciato dal Pd per annebbiare certi forti sospetti che si diffondono sempre più prepotentemente nell’opinione pubblica mano a mano che emergono le rivelazioni sulle inchieste. Il nostro convincimento è invece quello di pensare che, proprio alla base degli orrori cui stiamo assistendo, ci sia l’incontro tra due ideologie, penetrate come un virus mortale nella sinistra: il radicalismo libertario da un lato, e un certo ‘donmilanesimo’ dall’altro. I fatti della Bassa modenese, di Bibbiano e del Forteto, hanno questa matrice ideologica in comune. Una commissione d’inchiesta seria doveva essere pertanto consegnata nelle mani dell’opposizione».

Sulla questione è intervenuto direttamente anche il presidente Boschini: «Non è corretto scrivere, come ho visto talora, che Lega e altri partiti del centrodestra siano rimasti esclusi dalla commissione. Hanno infatti più di 10 commissari, in perfetta proporzione alla loro forza. Invece, sarebbe corretto scrivere che non c’è un rappresentante della Lega nell’ Ufficio di presidenza. La scelta è stata così motivata dal gruppo Pd (non è una mia scelta personale come presidente): di fronte a due candidati presentati dalla minoranza (Lega e M5S), il gruppo Pd ha optato per votare quello presentato dai M5S, che sono esclusi, a differenza della Lega, dall’Ufficio di presidenza della Assemblea legislativa e anche da altre 4 commissioni su 6, sempre a vantaggio di vicepresidenti del Centrodestra o della Lega. Sono io il primo a rammaricarmi che qualcuno sia rimasto escluso dall’Ufficio di presidenza, per la serenità del clima di lavoro, che sarebbe fondamentale su un tema così importante e delicato. Ma l’Ufficio di presidenza fortunatamente non esaurisce i lavori della commissione».