"Comparto ex Maletti, viabilità da ripensare"

Formigine, senza l’ok della Provincia riqualificazione bloccata. Lo studio Lsb che arrivò secondo ripropone la sua visione per Casinalbo

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Comparto ex Maletti, una soluzione per evitare la paralisi era possibile. A farlo presente è l’architetto Luca Pugno, dello studio Lsb Architetti associati di Torino, che riprende la sollecitazione avanzata alla fine della scorsa legislatura dall’allora consigliere comunale della lista civica Pier Giorgio Giusti. Il consigliere aveva rilevato la mancanza dell’approvazione finale del Piano urbanistico da parte della Provincia, ma soprattutto l’assenza nel progetto tra l’altro di "soluzioni per rendere più fluido il traffico attraverso l’allargamento di via Sant’Ambrogio, la mancanza di parcheggi e delle indicazioni sull’altezza delle case". Una riqualificazione interrotta dunque. Eppure – scrive oggi lo studio torinese che si classificò secondo al Concorso di idee indetto nel 2013 dalla società Socedil (proprietaria dell’area) in collaborazione con il Comune e che al suo attivo ha la realizzazione del lungomare del Poetto a Cagliari e le sistemazioni urbane della linea ferroviaria Torino-Ceres – "esisteva un approccio alternativo alla proposta portata avanti dalla Società Socedil e che purtroppo ha favorito i presupposti che portano oggi all’impossibilità di realizzare un’opera fondamentale per il territorio modenese e per la sostenibilità della vita degli abitanti della frazione". Alla competizione parteciparono 48 gruppi. L’architetto intende tralasciare "i commenti riguardo al progetto ‘funzionalista’ e di stampo ingegneristico che si era aggiudicato la gara". Così come intende soprassedere sul fatto che "il progetto vincitore non rispondeva a quasi nessuna delle richieste del bando e in particolare il punto che richiedeva ‘una nuova centralità per Casinalbo’". La soluzione proposta da Lsb Architetti "si poneva l’obiettivo di coinvolgere nelle dinamiche di riqualificazione territoriale e urbanistica un’area più vasta di quella determinata dai confini d’intervento per garantire la riconnessione fisica e naturalistica". Un’azione fondamentale in questo senso "è certamente risolvere la frattura dovuta alla presenza della ferrovia che oggi relega la fabbrica Maletti ad una sorta di ‘retro’ rispetto all’abitato. Questo obiettivo – spiega l’architetto Pugno – si può conseguire attraverso la scelta (realizzabile) di inserire un tram-treno che è un sistema di trasporto pubblico effettuato con veicoli tranviari abilitati ad attraversare i tratti ferroviari locali". L’attraversamento di tram in paese "favorirebbe il coinvolgimento dei cortili privati tra la ferrovia e via Giardini creando un sistema pubblico-privato di attraversamento ciclo-pedonale che garantirebbe l’uso trasversale di tutta l’area e quindi la reale connessione di ogni parte dell’area con le parti adiacenti in senso trasversale".

Non stupisce, è la conclusione dello studio torinese, che "senza uno studio sensibile e volto alla creazione di nuove relazioni tra gli elementi del territorio dalla scala vasta fino alla dimensione di prossimità, non venga approvato il Piano urbanistico che rappresenta lo strumento necessario per poter realizzare l’intervento".

Gianpaolo Annese