Contagi in calo, un 35enne tra i deceduti "Call center, oltre 12mila chiamate al giorno"

Sono 245 i nuovi positivi in provincia, martedì erano 547. Sette le vittime, il giovane di Campogalliano aveva fattori di rischio. L’Ausl: "All’interno del Dipartimento di Salute Pubblica attualmente operative oltre 420 persone quando nella normalità sono 50"

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C’è anche un 35enne di Campogalliano con fattori di rischio tra le persone positive al Covid che hanno perso la vita nella nostra provincia, sette in tutto i decessi registrati nel bollettino di ieri. Il giovane si è spento nella propria abitazione. Un quadro, quello fornito dall’Ausl, che conferma il calo dei contagi nella nostra provincia, pur mettendo in evidenza numeri ancora alti. I nuovi positivi sono infatti 245 (tutti in isolamento, dunque nessuno ricoverato, 205 con sintomi), quando nel bollettino di martedì erano 547 (250 in quello di mercoledì). Le altre persone decedute sono una 85 di Modena, un 88enne di Castelnuovo, una 89enne di Pavullo, una 86enne di Modena, un 89enne di Fiorano ed un 83enne di Formigine.

Intanto l’Ausl fornisce un’ulteriore misura dell’emergenza in atto, quantificando in 12mila le chiamate quotidiane (con picchi da 27mila registrati durante la settimana scorsa) che arrivano ai call center. "Per fare un quadro della situazione basti pensare che – spiega la direttrice amministrativa del Dipartimento si Salute Pubblica, Sabrina Amerio – noi abbiamo in carico e gestiamo, tra positivi e contatti stretti, circa 15mila persone, mentre nel marzo scorso il numero di positivi non ha superato le 3mila persone". Impegante in questo momento per far fronte a tutte le attività legate alla gestione dell’emergenza sono oltre 420 persone, all’interno del dipartimento. "Siamo consapevoli – prosegue la direttrice amministrativa – che abbiamo incontrato momenti di criticità. L’Ausl è continuamente al lavoro sui processi organizzativi e sulle risorse per rispondere efficacemente a una richiesta che è sempre crescente e mette in difficoltà i cittadini. Così come è stato possibile riportare i tempi di refertazione dei tamponi e comunicazione dell’esito alle 2448 ore stiamo intervenendo per risolvere progressivamente i problemi". Di quelle 15mila persone in carico all’Ausl, vi è ancora una coda di persone che il dipartimento sta progressivamente contattando, in aggiunta ai nuovi positivi del giorno; coda che "si sta progressivamente accorciando". La sanità pubblica vede infatti attualmente l’impegno di circa 420 persone totali, rispetto alla normale dotazione che, in tempi normali, conta una cinquantina di addetti. In questa fase di emergenza, anche il personale amministrativo Ausl è stato chiamato a prestare collaborazione nelle attività di supporto al tracciamento. "Sia nella sede della Direzione generale che nei distretti sanitari l’Azienda ha fatto una chiamata al personale amministrativo che ha risposto con entusiasmo – precisa Amerio –. In questo modo abbiamo reclutato circa 60-70 persone che da questa settimana hanno iniziato queste attività di contatto. Se sui tempi di refertazione dei tamponi e l’invio delle e-mail di inizio isolamento si stanno recuperando i ritardi, la difficoltà rimane ancora a livello del call center, che in questi giorni riceve oltre 12mila chiamate al giorno con picchi, nella settimana scorsa, di 27mila chiamate. Con numeri di questo tipo è evidente che il centralino possa andare in difficoltà e a noi dispiace moltissimo perché non riusciamo a fornire il servizio che vorremmo. Il centralino è stato potenziato con 20 unità di personale aggiuntive che lavorano con il nuovo orario dalle 8 alle 20 da lunedì al sabato, mentre altri 6 operatori arriveranno la prossima settimana per cercare di rispondere alle necessità sempre crescenti, consapevoli tuttavia che con numeri di questo tipo è molto difficile offrire un servizio adeguato. Al di là di creare task force che cercano di risolvere le criticità del momento – spiega Sabrina Amerio –, stiamo valutando modelli organizzativi più vicini ai cittadini, spostando molte di queste attività nei distretti. Stiamo ad esempio portando le attività di sorveglianza sul territorio poiché riteniamo che a livello distrettuale sia possibile una miglior presa in carico delle persone covid positive. Siamo coscienti e dispiaciuti delle difficoltà che stanno vivendo i nostri cittadini – conclude –, stiamo cercando di lavorare in tempi strettissimi per rendere i nostri servizi più adeguati alle necessità del momento. Vorrei comunque ringraziare tutti i nostri operatori per l’impegno e la disponibilità dimostrati".