"Contratto disatteso, non ci fermiamo"

I dipendenti delle ceramiche Ascot e Serra contro i buoni welfare. I sindacati: "Grave errore eliminare il premio di produzione"

Migration

È duro scontro fra il gruppo proprietario ’Victoria Plc’ e i lavoratori delle Ceramiche Serra, a Torre Maina, e Ascot, a Solignano. Fino alle 4 di questa mattina è proseguito un primo, importante sciopero nei reparti di produzione: 24 ore di stop per protestare contro la proposta di un ’contratto peggiorativo’.

Quasi unanime l’adesione raggiunta: "In Ascot siamo oltre l’80%, in Serra si supera il 90%", riferisce il delegato di Cgil Augusto Casagrandi. Già nelle scorse settimane era stato dichiarato lo ‘stato di agitazione’, ma è ieri ad essere entrata nel vivo la protesta con uno sciopero che si annuncia essere solo il primo di una serie. I lavoratori, infatti, non arretrano di un millimetro. Al centro della polemica ci sarebbe l’idea di uniformare i contratti nelle tre ceramiche del gruppo Victoria: Serra, Ascot (Dom e Bico), Santa Maria (in provincia di Ravenna). Strategia aziendale indigesta ai lavoratori, dal momento che gran parte dei dipendenti sarebbe costretta a rinunciare al premio produzione in denaro, in favore di una piattaforma di welfare; oppure, in alternativa, in busta arriverebbero non più di 45 euro netti. Il premio previsto dal nuovo contratto verrebbe fissato a 960 euro lordi annui per tutti, a fronte dei 2600 erogati in precedenza in Ceramiche Serra, dei 1140 in Dom e dei 600 in Bico.

Lontana resta tuttora l’intesa ad un tavolo: "Lunedì mattina abbiamo avuto un primo approccio in Confindustria - spiega Casagrandi - dove di fatto non si è arrivati a nessun passo in avanti. L’azienda continua a mantenere la stessa posizione, sostenendo che i beneficiari di questa rimodulazione sarebbero molti di più dei lavoratori penalizzati". Come si spiega questo? "Gli impiegati, storicamente, non avevano mai chiesto di godere del premio produzione, nonostante fosse un loro diritto". E così, andando ad offrire buoni welfare anche agli impiegati, l’azienda sostiene di aumentare i beneficiari del premio. "La nostra proposta - prosegue il rappresentante Cgil - era di congelare lo storico e, nel caso, proporre il nuovo contratto ai neoassunti. L’azienda ha rifiutato". "Il nostro umore è alto, lo sciopero procede a gonfie vele e la partecipazione è superiore all’organico impegnato sul singolo turno - assicura Alberto Suffritti di Cisl, lavoratore di Ceramiche Serra – Qui si rischia di creare un pericoloso precedente: in ballo non ci sono solo queste due aziende, ma l’intero comprensorio ceramico, dove mai prima d’ora si era assistito ad un annullamento del contratto, perlopiù in questo momento dove la perdita del potere d’acquisto aumenta di giorno in giorno. Tutto ciò in un’azienda che negli ultimi due anni è cresciuta come quote di mercato ed investimenti". In Ascot c’è invece un’ulteriore questione. Nel contratto precedente ci sarebbe stata una clausola di ‘ultrattività’, ovvero di validità fino al nuovo rinnovo: "È stato arbitrario cancellare il premio di produzione. Stiamo facendo, in Victoria Plc, molti passi indietro nella storia della contrattazione del comprensorio ceramico" è l’allarme di Letizia Giello di Fesica-Confsal. Ora i sindacati non escludono una vertenza.

Riccardo Pugliese