Corinaldo banda, la sorella gemella di Eros. "Gli dicevo di lasciar perdere quegli amici"

Modena, lo strazio di Dayana. Suo fratello era nella gang dello spray: morì in uno schianto

Dayana Amoruso, 19 anni, con il fratello gemello Eros morto

Dayana Amoruso, 19 anni, con il fratello gemello Eros morto

Modena, 7 agosto 2019 - «Vorrei solo dire due parole alle persone che mi stanno insultando sui social ogni giorno, che giudicano il tatuaggio che ho fatto per lui, per sentirlo vicino: svegliarsi la mattina con questo peso nel cuore è terribile. Perciò esco dal silenzio».

Ha solo 19 anni Dayana eppure sulla sua spensieratezza è scesa un’ombra scura che sarà difficile allontanare. Il fratello gemello, Eros Amoruso, era tra gli indagati per la strage di innocenti a Corinaldo. Era, perché il ragazzo è deceduto in un incidente lo scorso aprile e non può più difendersi dalle accuse, terribili, che gli vengono mosse. A rispondere per lui, per quelle giovani vite schiacciate tra la folla alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, c’è proprio lei, Dayana.

LEGGI ANCHE La ladra e l'autista: le donne della banda - Anche Akari nega un ruolo nella strage: "A Corinaldo non ho spruzzato lo spary"

Cosa ha pensato quando il nome di suo fratello gemello è emerso dalle pagine dell’inchiesta? «Mi sono state chieste molte parole riguardo a quello che è venuto fuori. Ma parole non ce ne sono, non questa volta. Da sorella posso solo dire che non mi sarei mai aspettata di venire a conoscenza di una cosa del genere».

Corinaldo, arresti (foto Antic)
Corinaldo, arresti (foto Antic)
Conosceva gli altri ragazzi? «Dei suoi amici non parlo. Non mi sono mai piaciuti per le voci che sentivo; di conseguenza non li frequentavo, ci stavo lontano. A a mio fratello lo avevo detto. Lo avevo messo in guardia».

È cambiato il ricordo del ragazzo accanto al quale è cresciuta? «Il mio ricordo di Eros nasce dal cuore di una sorella gemella: ho trascorso con lui 19 anni della mia vita, sempre uniti, sempre insieme».

Cosa vorrebbe dire a chi, in questi giorni, l’attacca? «So che chiedere rispetto alle persone non porterà a nulla. Ma chiedo solo di non criticarmi, di non scrivermi brutte parole sui social, di non continuare a dire che è stato il karma. Vorrei che nessuno si permettesse di giudicare un tatuaggio che ho fatto per lui e che per me ha un significato. Chiedo solo rispetto per il dolore che provo perché ora risulta amplificato da tanta, troppa rabbia».

LEGGI ANCHE: Le intercettazioni: "Fra’, all’Italghisa avevamo pippato" - "Cavallari, manipolatore fin da piccolo"

C’è qualcosa che vorrebbe dire ai parenti delle vittime? «Penso molto alle vittime che ci sono state e soprattutto a quei genitori che hanno un vuoto assurdo, incolmabile. Non ci sono parole per giustificare tutto questo. Ma chiedo di non essere giudicata, perché a 19 anni si è ancora deboli e ritrovarsi ad affrontare mille problemi non è facile. Però voglio anche dire che un morto non si può difendere. Abbiate per favore un minimo di cuore anche per me, che non ho fatto nulla». 

Ha detto che continuano a puntare il dito contro la sua famiglia.... «E non è giusto. Posso solo dire che da genitori hanno sempre fatto molto per me e mio fratello. Ora da figlia sono io che devo cercare di dare loro un po di serenità e sostegno perché si meritano tutto il mio aiuto dopo quest’altra botta. Prima la morte di Eros e poi le accuse a suo carico. Cercate di capire quanto sia difficile...».