CronacaCoronavirus, la moglie del manager. "Ho paura per mio marito"

Coronavirus, la moglie del manager. "Ho paura per mio marito"

L’appello di Valeria, moglie di Michel Talignani bloccato a Wuhan con altri 4 modenesi. "Voglio che sia seguito dai nostri sanitari"

Michel Talignani con la moglie Valeria

Michel Talignani con la moglie Valeria

Modena, 29 gennaio 2020 - Sono ore di forte preoccupazione per le famiglie dei cinque modenesi, tutti dipendenti di un importante gruppo del settore meccanico ceramico, bloccati a Wuhan a causa dell’epidemia del coronavirus che sta mettendo in ginocchio la Cina.

LEGGI ANCHE Coronavirus, allarme ristoranti cinesi. Clienti in fuga dagli involtini primavera

Un’emergenza sanitaria che sale di ora in ora con il numero delle vittime che ha superato i cento e alcuni casi di contagio rilevati anche in Europa. Valeria è la moglie di Michel Talignani, il site manager che si trova insieme ad altri quattro colleghi a Wuhan dove è arrivato il 22 gennaio scorso per lavoro.

Due del gruppo di modenesi sono invece giunti nella città cinese molto prima, il 6 gennaio, prima del diffondersi del virus e da allora si trovano tutti blindati in hotel con la prospettiva di essere trasferiti in una struttura sanitaria fuori dalla città per un periodo di quarantena, in modo da scongiuare la presenza del virus. Mentre proseguono i contatti tra la Farnesina e le autorità locali aumenta lo stress dei famigliari che trascorrono ogni ora in attesa di notizie dalle autorita’ italiane e cinesi. L’incertezza pero’ è ancora alta.

Leggi anche Come ridurre i rischi di contagio

image Valeria, quali sono le novità? "Novità purtroppo non ne abbiamo, siamo sempre in contatto sia con l’azienda per la quale lavora mio marito che con tutti i mezzi di informazione. La nostra preoccupazione è che facciano la quarantena in Cina. Già sarei stata scettica in tempi normali sulle strutture sanitarie là, in questo momento poi che sono al collasso mi suscitano ancora più preoccupazione. In Emilia Romagna abbiamo il miglior sistema sanitario nazionale e non credo che né a Roma né a Milano avrebbero comunque problemi. La nostra richiesta dunque è che, fatti tutti gli accertamenti perché nessuno vuole importare il virus qui, trascorrano in Italia il periodo di quarantena. Io sono pronta ad aspettarlo anche due mesi, sono moglie di un trasfertista e sono abituata a non vederlo a volte anche per mesi. Io e i nostri figli siamo tranquilli pero’ se sappiamo che è in sicurezza ma più rimane là più temo che i rischi aumentino". Che informazioni ha ricevuto da lui nelle ultime ore? "Mio marito è una persona molto forte, cerca sempre di essere ottimista. Purtroppo ultimamente capisco che un po’ sta cedendo perché l’isolamento e non avere notizie certe lo stanno lentamente logorando, quindi capisco che è in difficoltà pertanto spero che riesca a tornare il più presto possibile". Quali sono le ultime notizie che avete dalla Farnesina? "La Farnesina dice sempre che è in contatto con l’ambasciata italiana ma il problema sono le autorità locali. Sappiamo che degli americnai che erano nello stesso hotel sono stati fatti partire, l’altra sera festeggiavano alla notizia. Non credo che tra i cinquanta italiani a Wuhan ci siano terroristi o persone che possano essere ritenute un pericolo, quindi mi chiedo per quale motivo non diano il benestare anche per loro. Il ponte aereo è pronto, i mezzi ci sarebbero anche grazie alla ditta che sarebbe pronta a prendersi a carico i dipendenti. Non si riesce a capire per quale motivo non li facciano uscire". Come stanno fisicamente? "Finora bene. L’hotel fortunatamente è molto confortevole. Finché non mi dicono che iniziano a razionare il cibo io sono molto tranquilla per quel che riguarda la vita quotidiana. Più resta là però più la possibilità di contagio aumenta; abbiamo visto le ultime notizie, i casi stanno raddoppiando quindi mi chiedo perché lasciarli lì".