Coronavirus Modena, la Croce Rossa. "Kit di protezione agli sgoccioli, aiutateci"

Il vicepresidente: "L’Ausl fa i miracoli per farci lavorare in sicurezza, ma la psicosi ha ‘bruciato’ le scorte"

Marco Ranuzzi, vice presidente della Croce Rossa di Modena

Marco Ranuzzi, vice presidente della Croce Rossa di Modena

Modena, 22 marzo 2020 - Sono oltre trecento i volontari che nel solo territorio di Modena operano garantendo senza tregua, al pari dei tantissimi sanitari sempre in prima linea, assistenza e supporto alla cittadinanza. I volontari del Comitato Croce Rossa di Modena lanciano un appello: "Aiutateci ad aiutare, aiutateci a tener duro!". C’è infatti costantemente bisogno di dispositivi di protezione individuale, indispensabili per limitare il contagio degli stessi operatori e garantire la continuità dei servizi. Mascherine, guanti, tute protettive, ma anche detergenti per sanificare le ambulanze e rendere sicuri i mezzi di trasporto dei malati.

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A spiegare come la situazione sia critica è il vice presidente della Croce Rossa Marco Ranuzzi. "Grazie all’Ausl che ci fornisce i kit quotidianamente riusciamo sempre ad essere protetti. Ma nel nostro magazzino, ad esempio, sono rimaste si e no dieci mascherine. Siamo tutti in affanno ma l’azienda sanitaria sta facendo i miracoli per permettere a tutti noi di lavorare in sicurezza e di garantirla ai pazienti. I dispositivi sono venuti a mancare sul mercato perché si è creata la psicosi di massa, che ha portato all’ arrembaggio nella grande distribuzione. Fortunatamente dalla Cina è ripresa la produzione".

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Ma c’è il rischio concreto di non averne a sufficienza per far fronte all’emergenza? "Diciamo che il consumo è altissimo perché tutti le usano e questo ha messo in crisi il sistema produttivo. In più tantissime persone hanno acquistato ulteriori mascherine pensando che, a causa di notizie false, quelle chirurgiche non servissero. Ma non è così: sono indispensabili per non infettare ma non fungono da ‘scudo’. Il problema è che tanti privati hanno fatto ‘il pieno’ senza capire di cosa ci fosse bisogno e perché".

Quali sono quelle più difficili da reperire? "Le ftp2 e ffp3 sul mercato sono una rarissima eccezione e proprio su quelle c’è stato un arrembaggio da parte dei privati forse anche per un’informazione poco corretta. E sono quelle che più servono al personale sanitario in determinate condizioni nel senso che, per girare per strada, un così alto potere filtrante è inutile. Se invece sono chiuso in ambulanza e sto ventilando un paziente allora sono fondamentali così come in un ambulatorio o in terapia intensiva".

E la situazione potrebbe peggiorare… "Il problema c’è: dall’estero qualcosa col contagocce si sta mettendo in moto ma la cosa vergognosa è che i prezzi sono schizzati alle stelle. Come sede di Modena siamo 350 ma a livello provinciale siamo circa mille volontari. In ambulanza abbiamo bisogno di dispositivi ad alto potere filtrante. Al termine di ogni servizio per cui si attiva il protocollo Covid-19 la centrale operativa ci ripristina due kit per volta. Ogni kit prevede camice bianco ad alto contenimento, cuffia, calzari, guanti e ovviamente mascherina. In ogni servizio ne consumiamo due e ad ogni servizio ne ripristinano due ma se finiscono le scorte rischiamo di non averne a sufficienza".