VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Corruzione al Sant’Anna. Micro telefonini in carcere. Arrestato un agente

Indagine articolata della Procura. Nei guai anche un detenuto di 42 anni . I quattro cellulari, piccoli quanto un accendino, introdotti in cambio di soldi.

Indagine articolata della Procura. Nei guai anche un detenuto di 42 anni . I quattro cellulari, piccoli quanto un accendino, introdotti in cambio di soldi.

Indagine articolata della Procura. Nei guai anche un detenuto di 42 anni . I quattro cellulari, piccoli quanto un accendino, introdotti in cambio di soldi.

Venivano introdotti micro-telefonini in carcere, delle dimensioni di un accendino, in cambio di denaro. La polizia di Stato e la polizia penitenziaria hanno condotto un’operazione culminata nell’arresto in flagranza di reato di un agente di polizia penitenziaria di 28 anni e di un detenuto italiano di 42 anni, entrambi coinvolti in un caso di ’accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di soggetti detenuti’. Entrambi sono accusati anche di corruzione aggravata. L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Modena.

L’operazione ha avuto origine dalla segnalazione del comandante della polizia penitenziaria che aveva scoperto, durante una perquisizione nella cella di un detenuto, la presenza di un telefono cellulare. Da qui è partita una serie di accertamenti che hanno portato alla luce uno scambio illecito tra i due arrestati: l’agente è accusato di aver introdotto illegalmente all’interno della casa circondariale micro-telefonini in cambio di denaro.

Durante l’arresto – grazie alla collaborazione della squadra mobile di Bologna e dei commissariati sezionali di Napoli Scampia e Giugliano – sono state eseguite tre perquisizioni nei confronti di altre persone indagate per concorso nel reato di corruzione. Le operazioni hanno permesso di rinvenire all’interno della cella del detenuto arrestato due micro-telefonini cellulari. Inoltre, nell’autovettura dell’agente arrestato sono stati trovati altri due cellulari dello stesso modello e della medesima marca dei precedenti.

Il detenuto – già in carcere per scontare una pena di 12 anni, 6 mesi e 2 giorni per spaccio, rapina, truffa ed evasioni – doveva uscire nel febbraio 2027. Ma ora evidentemente la sua situazione si complica ulteriormente.

Ma come avveniva lo scambio? Il detenuto parlava dal carcere. Contattando il fratello a Napoli, gli diceva della necessità dei telefonini. Poi la richiesta al poliziotto di andarli a prendere in cambio di soldi. L’agente per non esporsi chiamava un amico che andava dal fratello del detenuto a prendere i cellulari per consegnarli al poliziotto diretto a Napoli. L’agente ha consegnato al detenuto 2 dei quattro telefoni. A quel punto la squadra mobile e la penitenziaria sono entrati in azione. Nell’auto dell’agente c’erano gli altri due.

Le autorità stanno valutando l’entità del network di corruzione che potrebbe emergere dalle indagini in corso. L’impiego di dispositivi di comunicazione illeciti può favorire le attività delle organizzazioni criminali e in certi casi anche le evasioni. Nelle prossime ore gli arrestati saranno messi a disposizione del Giudice per le indagini preliminari per l’udienza di convalida.

Già a febbraio il carcere di Modena era finito in mezzo a una vasta operazione congiunta di carabinieri e polizia penitenziaria di Torino.

Nel corso delle indagini sono stati individuati e posti sotto controllo numerosi telefoni cellulari e smartphone risultati nella disponibilità dei detenuti.

v.r.