REDAZIONE MODENA

Corte dei Conti, la bacchettata: "Amo: Comune e Provincia dovevano vigilare di più"

Indicazioni della magistratura contabile dopo una ricognizione sulle partecipate. Su Seta: Modena, Piacenza e Reggio hanno l’obbligo di "riaffermare il controllo pubblico" .

La sede di aMo

La sede di aMo

Riaffermare il controllo pubblico per Seta, gestore del trasporto pubblico, e vigilare maggiormente su aMo, l’agenzia per la mobilità e il trasporto pubblico locale. Sono le due indicazioni che la sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna della Corte dei Conti ha dato dopo aver esaminato il piano di ricognizione ordinaria delle partecipazioni societarie detenute dal Comune e dalla Provincia di Modena al 31 dicembre del 2023. Una tirata d’orecchi che arriva all’indomani dello scandalo scoppiato nella Agenzia della mobilità per l’ammanco di 500mila euro dal bilancio su cui c’è una denuncia e un’indagine della procura.

Ma andiamo con ordine. I giudici, con riferimento a Seta, hanno ribadito con termini perentori il controllo pubblico della società, tenendo conto anche del fine pubblico d’impresa. Per controllo pubblico si intende la gestione finanziaria e il potere di prendere le decisioni aziendali, che possono avere ricadute sul servizio agli utenti. Servizio in questi mesi al centro delle polemiche dopo le proteste degli utenti per le corse saltate e il sovraffollamento degli autobus, e degli stessi autisti per i turni massacranti cui sono sottoposti.

La Corte dei conti chiede in pratica a Modena (e ai Comuni di Reggio e Piacenza e le relative Province) per quale motivo non eserciti il pieno controllo gestionale su Seta avendo il 51%. Un tema quello del controllo pubblico dell’azienda di trasporto che sarà cruciale nella partita per la governance della super società che gestirà il trasporto pubblico locale in tutta la regione.

Rispetto ad aMo invece è stato sottolineato che l’esistenza di una legge regionale che dispone la partecipazione del Comune nella compagine societaria di per sé non esclude un generale dovere di agire in ragione dei principi di efficienza, efficacia ed economicità, in capo al Comune e anche alla Provincia (e, per altro verso, in capo ai rappresentanti nella società dei due enti), anche con riferimento al ripristino delle risorse eventualmente venute a mancare per effetto di azioni delittuose ascrivibili a soggetti appartenenti alla società. In pratica la magistratura fa presente che gli enti locali dovevano e devono vigilare maggiormente sull’Agenzia della mobilità.

Sul caso aMo intanto è intervenuta la capogruppo di Fd’I Marta Evangelisti che ha invitato la Regione a costituirsi parte civile nei procedimenti che dovessero essere avviati alla magistratura o dalla Corte dei conti. "La Regione eserciti fino in fondo il ruolo di ente sovraordinato, garantendo il rispetto delle norme in maniera di trasparenza e partecipazioni".