«Così diamo speranza»

Migration

Superare lo status di carcerato e rifarsi una vita. L’associazione Porta Aperta cerca di dare una speranza. «La nostra associazione - spiega il presidente Luca Barbari - si occupa di rispondere ai bisogni primari delle persone in condizione di povertà e disagio sociale, condizione che si ritrova nella maggior parte dei detenuti o internati. Ciò che offriamo loro è la possibilità di inserirsi all’interno delle tante attività di volontariato presenti nei servizi erogati da Porta Aperta e cogliere questa opportunità per riattivarsi sia fisicamente che psicologicamente alla vita di comunità.

È importante continuare ad accogliere e offrire opportunità di reiserimento sociale a chi vive ai margini, come appunto i detenuti, gli internati e chi ha finito di scontare un pena e si ritrova senza punti di riferimento nella società e in condizioni di indigenza. Riteniamo infatti che la pena debba tendere alla rieducazione del condannato, come prevede la Costituzione, e che il volontariato possa giocare un ruolo fondamentale nel creare seconde occasioni e opportunità per ricominciare una vita nella comunità».

Le attività di volontariato che vengono proposte spaziano dalla preparazione pasti per gli utenti della nostra mensa alle piccole attività manuali presso le strutture associative.

Nel corso degli anni, in media dalla Casa Circondariale di S.Anna accogliamo 45 persone all’anno per lunghi periodi, almeno 69 mesi, e dalla Casa di Reclusione di Castelfranco circa 10 internati all’anno presenti all’interno della nostra organizzazione con periodo di presenza variabili.

Da gennaio 2019 ad oggi, Porta Aperta ospita o ha ospitato all’interno delle proprie attività 7 persone che hanno svolto attività di volontariato nelle varie attività dell’associazione.

v. r.