«Così i ‘Tubi’ sono diventati social»

Una compagnia di amici degli anni ’90, che si trovava davanti al bar Bollicine, rinasce grazie a Whatsapp

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La storica compagnia di amici dei Tubi si è radunata, l’altra sera, davanti al parcheggio del bar Bollicine, in via Amendola, per festeggiare i 25 anni di amicizia. Fondata nel 1984, il gruppo dei giovani modenesi, all’epoca poco più che ventenni, ha aggregato per molti anni decine di ragazzi e ragazze provenienti dai vari quartieri di Modena per trascorrere in compagnia il fine settimana. Erano gli anni 90. Non c’erano Facebook, le mail, i gruppi di WhatsApp. Sembra preistoria, ma all’epoca, senza i telefonini come ora, ci si incontrava di più, c’era davvero il senso dell’amicizia e la voglia di stare insieme. E per stare insieme ci si spostava. Quella dei Tubi è, infatti, anche la storia di lunghe migrazioni dei gruppi di amici da un parcheggio all’altro per incontrarsi fino al ritrovo definitivo, al Bollicine di via Amendola. “Negli anni ‘90, prima di entrare nei Tubi, facevo parte della compagnia Pisani, ci incontravamo davanti alla gelateria – dice Giancarlo Ceo, componente dei Tubi - . Eravamo in dodici, in seguito ci siamo uniti con un’altra compagnia e abbiamo spostato il ritrovo al parcheggio del Direzionale 70. “Troviamoci ai tubi” era diventato il nostro modo di darci appuntamento. Infatti l’origine del nome della compagnia “Tubi”, deriva dal fatto che per aspettare i nostri amici ci appoggiavamo ai tubi scoperti nel piazzale per i lavori di manutenzione. Di lì a poco anche il gruppo del Direzionale 70 si trasferì al parcheggio delle Bollicine, già luogo di ritrovo di altri gruppi e compagnie provenienti anche da Novi e dalla Bassa Modenese. Dalla congiunzione di queste compagnie sono nati molti amori, amicizie vere e anche due matrimoni”. Come ci si accordava per gli incontri? «Non c’era bisogno di fare tante telefonate – continua - . L’appuntamento fisso, aperto a tutti, era il mercoledì, il venerdì e il sabato alle 21,30 nel parcheggio. Ci si fermava una mezzoretta per decidere dove andare e cosa fare: birreria, cinema, una passeggiata. Quando il gruppo era molto numeroso a volte ci si divideva in base agli interessi. Spesso ci incontravamo anche la domenica in pizzeria oppure al pomeriggio per organizzare una gita». “Nessuno veniva escluso – continua Roberta Gualtieri, una delle fondatrici dei Tubi –. Il parcheggio era grande, se incontravamo ragazzi in disparte gli amici più socievoli e chiacchieroni li coinvolgevano. Qui si incontravano tutti i gruppi di Modena, quello dei Pugliesi, la compagnia della Madonnina, il Direzionale 70 il gruppo di via Giardini e quello di via Einstein. Non tutti i ragazzi avevano il telefonino. Dopo aver deciso la meta della serata, ai ritardatari veniva lasciato un biglietto appoggiato alla colonnina dell’Enel nel quale veniva indicato il luogo scelto dal gruppo per trascorrere la serata. Non di rado, poi, soprattutto noi ragazze, lasciavamo messaggi e poesie”. Come tutte le relazioni umane anche l’amicizia è un legame dalle dinamiche ambivalenti: “C’erano i ragazzi sempre fedeli al gruppo, altri che si sono eclissati dopo aver trovato la morosa, amicizie finite male ma anche legami e frequentazioni sopravvissuti ad oggi – dicono –. Fino al 2001 la compagnia è stata affiatata, poi, crescendo si è un po’ frastagliata anche a causa del lavoro e della famiglia che per molti di noi ha portato via tempo ed energie. Ma nel 2014 siamo riusciti a ricompattare il gruppo originario attivando, su Whatsapp, il gruppo dei Tubi, riuscendo con molta soddisfazione a far rinascere l’affiatamento tra di noi e aggregando nuovi amici».