"Così ho avuto gli atti dell’interrogazione"

"Ho ricevuto una bozza dell’interrogazione regionale i primi giorni di febbraio del 2019 da Stefano Soranna". E’ proseguito ieri nelle aule del tribunale il noto processo Carpigate, che vede alla sbarra l’ex vicesindaco Simone Morelli e Stefano Soranna, all’epoca legato alla Lega, per tentata diffamazione nei confronti del sindaco Alberto Bellelli. Ieri in aula era presente anche il sindaco oltre agli imputati. A parlare la giornalista Silvia Saracino che, all’inizio dell’udienza, si era avvalsa del segreto professionale. Il giudice Meriggi ha però ritenuto la sua testimonianza fondamentale. "Sono stata io a contattare Soranna – ha spiegato la giornalista – perchè avevo saputo che era in preparazione la bozza di interrogazione regionale in cui si ipotizzava che il sindaco di Carpi avesse favorito una società edile proprietaria di un terreno a Carpi, modificando la destinazione d’uso di questo terreno in commerciale, attraverso il consiglio comunale, in cambio di un presunto prezzo agevolato per un appartamento che la società edile ha venduto alla moglie del sindaco. Io sapevo che a questa bozza stava lavorando il gruppo della Lega Nord – ha spiegato ancora –. Successivamente Soranna mi consegnò i documenti e mi disse che, stando a quanto lui sapeva, dietro a quella bozza di interrogazione ci sarebbe stato Simone Morelli". Secondo le accuse l’intenzione di Morelli era quella di screditare il sindaco con l’obiettivo di candidarsi alle imminenti elezioni amministrative. In aula, sentita come teste di parte civile anche l’assessore Stefania Gasparini, all’epoca assessore all’Istruzione.

v.r.