di Maria Silvia Cabri ‘La corsa dietro il vento’ è lo spettacolo in programma domani sera alle 21 al Teatro comunale di Carpi. Gioele Dix, che firma drammaturgia e regia, dà vita a un mosaico di personaggi e vicende umane attingendo al grande repertorio dei Dino Buzzati, tra le raccolte ‘Sessanta racconti’, ‘Il colombre’ e ‘In quel preciso momento’. Come nasce l’idea dello spettacolo? "Deriva da una mia passione lontana nel tempo: Buzzati è stata la mia prima lettura importante, avevo 13 anni, con ‘Sessanta Racconti’. Mi piaceva l’aspetto avventuroso, misterioso dei suoi testi, l’ambientazione con vicende riconoscibili, come se i protagonisti fossero i nostri vicini di casa, il tutto con una scrittura raffinata e immediata. Per questo ho sempre desiderato realizzare qualcosa su di lui". Poi l’ha concretizzato? "Mi hanno incaricato di realizzare una serie di audiolibri dei suoi racconti, oltre 100. E’ stata una vera e propria, e molto piacevole, immersione nel suo mondo. Così ho deciso di mettere in scena, a teatro, quelli che sono i temi principali di Buzzati e il valore appassionante di alcune storie". ’La corsa dietro il vento’ cosa racconta? "Il suo, il mio e nostro modo di vedere di vedere il mondo, l’umanità, Il rapporto con il tempo con la vanità e l’effimero. Buzzati non era un pessimista ma aveva questa capacità di guardare le cose con lucidità, oltre ad essere un grandissimo giornalista, a livello di cronaca nera e come inviato di guerra. Aveva dimestichezza con il racconto della realtà, della concretezza, pur mantenendo il suo aspetto più poetico. Una miscela meravigliosa, idonea per il teatro". Dove ha ambientato lo spettacolo? "In una sorta di laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria, con al mio fianco Valentina Cardinali. Insieme diamo vita ad una serie di racconti che rendono lo spettacolo vivo e ironico al tempo stesso, come quello che era lo sguardo di Buzzati sulla vita, perché l’ironia è la salvezza non va dimenticato". Perché proprio Buzzati? "Lo considero uno dei migliori scrittori italiani della sua epoca; non so quanto sia stato veramente considerato al tempo, forse anche perché era un grande giornalista, ma è evidente che la qualità della sua scrittura è eccellente". Ha scelto come titolo dello spettacolo ‘La corsa dietro il vento’… "È un racconto molto bello e anche un pò il prototipo dell’impronta di Buzzati. Tante vicende in un solo destino, e questo consente una costruzione molto contemporanea, tipica di un film: il destino che lega vicende diverse". Il pubblico come può rispecchiarsi a teatro? "Ci si sorprende e anche ci si diverte. Sono posti in scena elementi degli anni Cinquanta e Sessanta, per sottolineare che l’umanità non cambia. Ci sono anche aspetti che m’inteneriscono quali oggetti, abitudini, ad esempio il ricordo dei miei genitori giovani, mio padre che andava dal sarto per il vestito su misura, le segretarie che stenografavano. Cose lontane il cui valore però risuona ancora oggi sempre molto forte".